La produzione nazionale di frumento duro presenta, purtroppo, significative criticità sotto il profilo qualitativo. E’ la convinzione di ITALMOPA-Associazione Industriali Mugnai d’Italia, in merito alle specifiche tecnologiche e merceologiche del nuovo raccolto.
L’andamento climatico costatato nel corso degli ultimi due mesi ha gradualmente e profondamente mutato il quadro di una prospettiva che invece risultava, sino alla fine di aprile, particolarmente favorevole per esito quantitativo e qualitativo del raccolto, secondo Enzo Martinelli, presidente della sezione Molini a frumento duro Italmopa.
I volumi produttivi, stimati in circa 4,15 milioni di tonnellate, appaiono certamente ridimensionati rispetto alle iniziali aspettative. Ma le preoccupazioni maggiori riguardano i risultati qualitativi del raccolto, visto che tutti i principali parametri, dal tenore proteico al peso ettolitrico, risultano essere chiaramente insoddisfacenti. Una situazione che non potrà non influire sulle strategie di approvvigionamento dell’Industria molitoria italiana, con necessità di un maggior ricorso ad onerose importazioni da parte della medesima che, da sempre, trasforma le migliori varietà di frumento, a prescindere dalla loro origine, per produrre semole rispondenti alle esigenze dei pastai italiani e dei consumatori.
“La situazione– ha poi concluso Martinelli – avvalora in ogni modo, e ulteriormente, il concetto secondo il quale la qualità della materia prima non può essere semplicemente ricondotta soltanto alla sua origine ma piuttosto alle condizioni agronomiche e climatiche, oltre alla necessaria professionalità dell’imprenditore agricolo, costatate negli areali di produzione”.