Contrordine, il vino non fa male. Anzi. Ora è l’Europa che deve inseguire l’Italia e non più viceversa. E’ successo che la prestigiosa rivista americana BMC Medical Education, destinata alla formazione degli operatori sanitari più alti, ha pubblicato la ricerca “Change in habitual intakes of flavonoid – rich foods and mortality in US males and females”, il cui assunto scientifico è piuttosto interessante per noi. In pratica, si è indotta la popolazione di mezza età americana ad accrescere il consumo di alimenti contenenti flavonoidi (tra cui il vino rosso); il risultato è stato il calo del rischio di mortalità precoce.
Tecnicamente, l’obiettivo dello studio era duplice e consisteva nel valutare la relazione tra le variazioni a 8 anni nell’assunzione di alimenti ricchi di flavonoidi e una misura composita di alimenti e bevande (la “flavodieta”) noti per essere i principali responsabili dell’assunzione di flavonoidi, e la successiva mortalità totale e per cause specifiche. Un modo per constatare l’andamento e avere una base statistica.
Sul totale dei decessi osservati nel lasso di tempo considerato si è dunque potuto apprezzare che per mirtilli, vino rosso e peperoni, alimenti dotati di quantità di flavonoidi rispettabili, si poteva riscontrare un rischio di mortalità inferiore rispettivamente del 5%, 4% e 9% per ogni aumento di assunzione di 3,5 porzioni/settimana.
La discussione scientifica porta, dunque, a concludere che è da incoraggiare il consumo di questo tipo di alimenti (oltre al thè) per ridurre il rischio di mortalità precoce.
Un successivo aggiustamento in pool delle classi di età osservate portano a ponderare ancora meglio l’impatto di thè, vino rosso e peperoni, che giunge rispettivamente ad un calo del rischio del 5, 11 e 6%.
Ma si è fatto di più. Si è censito anche persone ottantenni, la qual cosa però non ha di fatto modificato i risultati ottenuti. Ovviamente non tutti gli alimenti ricchi di flavonidi hanno tale effetto. Ma resta il fatto che adesso il dibattito pubblico, soprattutto l’atteggiamento censore che viene da Dublino e che vuole apporre etichette malauguranti anche sul vino, deve cambiare direzione.
“Ancora una volta Sistema Italia e dieta mediterranea hanno avuto ragione”, la chiosa del presidente Mario Serpillo, che poi conclude così: “e adesso l’Europa segua la scienza””.