L'idea è quella di costruire un “carrello della spesa” con aliquote ridotte, a cominciare da pane, pasta, latte, carne, pesce, ma anche l'acqua minerale, in modo tale da contenere l'inflazione. Si punterà, pertanto, al riordino delle quattro aliquote esistenti, del 4%, 5%, 10%, e 22%. "È una delle ipotesi perché la normativa europea prevede anche l'aliquota zero, ma ci si deve lavorare", le parole del viceministro all’economia on. Leo, alla presentazione dei risultati dell'Agenzia delle Entrate.
Si vuole riformare l'Irpef, dunque, ma anche l'iva. È l'obiettivo del disegno di legge delega sulla riforma del fisco che il viceministro porterà nei giorni seguenti in Consiglio dei ministri. Tra le ipotesi al vaglio del Governo c'è quella di azzerare l'imposta su alcuni prodotti di prima necessità.
La nuova legge delega di riforma fiscale in corso di elaborazione prevede il riordino della normativa iva nazionale per garantire il pieno allineamento tra quest'ultima e quella dell'Unione europea, nonché per razionalizzare e semplificare la disciplina dell'imposta nell'ottica del miglioramento del rapporto tra il fisco e il contribuente.
In particolare, criteri direttivi dovrebbero consentire la semplificazione di alcuni istituti dell'iva, quali la detrazione e i rimborsi, in modo che gli stessi risultino più accessibili ai contribuenti. Ulteriori interventi potranno essere previsti, inoltre, per ridefinire le ipotesi di esenzioni, nel rispetto dei presupposti e dei limiti posti dalla direttiva iva, nonché per razionalizzare la struttura e i livelli delle aliquote Iva ridotte attraverso una tendenziale omogeneizzazione che tenga conto di motivazioni di interesse sociale, anche alla luce della recente direttiva dell'Ue 2022/542 che ha concesso agli Stati maggior flessibilità nell'applicazione di aliquote iva.