Il Parmigiano Reggiano, leader del made in Italy conosciuto in tutto il mondo, vive anch’esso un momento di difficoltà. Si rischia di non produrre i quantitativi di latte richiesti per la trasformazione in formaggio Parmigiano Reggiano, dalla programmazione 2023-2024 del Consorzio. L’allarme viene dall’Emilia Romagna, a causa dei rincari gli allevatori potrebbero decidere di ridurre il numero di capi e di conseguenza la produzione complessiva di latte, scatenando una tempesta sui prezzi e lasciando più di qualcuno a bocca asciutta.
Secondo l'elaborazione, i costi di produzione del latte per il Parmigiano Reggiano hanno subito un balzo del 40%-50% in più e quelli della sua trasformazione del 35%-45% rispetto all'anno precedente. Nelle stalle del circuito di produzione della Dop la spesa per l'energia elettrica è passata mensilmente da 24 a 76 Euro per capo nel periodo 2021-2022: il gasolio agricolo è passato da 15 a 35 Euro a capo e l'erba medica per l'alimentazione del bestiame da 56 a 96 Euro a capo.
C'è il serio rischio che le aziende zootecniche non possiedano abbastanza liquidità per sostenere questi aumenti e che scelgano di vendere subito parte del latte crudo sul mercato spot, destinandolo ad altri usi alimentari e non alla trasformazione in Parmigiano Reggiano.
Quella del latte è una crisi drammatica, non solo relativa agli allevamenti: peggiorano le cose anche per quanto riguarda il consumo diretto o per altre produzioni lattiero-casearie. Il prezzo del latte crudo alla stalla è sottostimato da decenni e adesso con l'incasso di un mese l'allevatore ripaga a malapena il mangime e il carburante, restano fuori tutte le altre spese.