Record storico (+21% rispetto a un anno fa) per le esportazioni alimentari Made in Italy, anche se preoccupano gli effetti del conflitto in Ucraina, con i rincari energetici che stanno colpendo i consumi a livello globale. Emerge dall’analisi sui dati Istat sul commercio estero relativi ai primi cinque mesi del 2022.
Nonostante i mesi di guerra, le esportazioni alimentari nazionali sono in aumento sul record annuale di 52 miliardi fatto registrare nel 2021, spinti anche dall’euro debole sui mercati extra Ue. La Germania resta il principale mercato di sbocco in aumento a gennaio-maggio del 15’%, davanti agli Stati Uniti, in salita del 20% mentre la Francia si piazza al terzo posto ma mette a segno un tasso di crescita del 21%.
E neanche la Brexit è un problema, se è vero che nel Regno Unito segniamo un +25%, dopo le difficoltà iniziali legate all’uscita dalla Ue. Aumento a doppia cifra anche nella Turchia di Erdogan (+23%) mentre è dato negativo in Cina con un calo del 29% e in Russia con un – 18% con l’export che è precipitato dopo mesi di guerra. Basti pensare che, se si considera il solo mese di maggio, le vendite di cibo italiano nel Paese di Putin sono crollate del 37%. A trainare il Made in Italy nel mondo, ci sono prodotti base come il vino, seguito dall’ortofrutta fresca.
Per sostenere il trend di crescita dell’enogastronomia nazionale serve ora agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo. In tal senso l’opportunità del Pnrr per modernizzare la logistica nazionale, è davvero ghiotta.