Anche a marzo i prezzi dei beni energetici non regolamentati trainano l’ulteriore ascesa, ma tensioni inflazionistiche si diffondono con la crescita dei prezzi del cosiddetto “carrello della spesa”, che accelera di quasi un punto percentuale portandosi a +5%.
Secondo le stime preliminari, nel mese corrente l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dell’1,2% su base mensile e del 6,7% su base annua (da +5,7% del mese precedente).
L’accelerazione dell’inflazione su base tendenziale è dovuta,dunque, anche questo mese prevalentemente ai prezzi dei beni energetici (la cui crescita passa da +45,9% di febbraio a +52,9%), in particolare a quelli della componente non regolamentata (da +31,3% a +38,7%), e, in misura minore, ai prezzi dei beni alimentari, sia lavorati (da +3,1% a +4,0%) sia non lavorati (da +6,9% a +8,0%) e a quelli dei beni durevoli (da +1,2% a +1,9%); i prezzi dei beni energetici regolamentati continuano a essere quasi doppi di quelli registrati nello stesso mese dello scorso anno (+94,6%, come a febbraio). I Servizi relativi ai trasporti, invece, registrano un rallentamento (da +1,4% a +1,0%).
L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +1,7% a +2,0% e quella al netto dei soli beni energetici da +2,1% a +2,5%.
Su base annua, accelerano in misura ampia i prezzi dei beni (da +8,6% a +10,2%), mentre quelli dei servizi rimangono stabili (+1,8%%); si allarga quindi il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni (da -6,8 punti percentuali di febbraio a -8,4). Nello specifico, accelerano sia i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +4,1% a +5,0%) sia quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +5,3% a +6,9%).
L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto,per lo più, ai prezzi dei beni energetici non regolamentati (+8,9%) e in misura minore dei beni alimentari lavorati (+1,0%), dei servizi relativi ai trasporti (+0,9%), dei beni durevoli (+0,7%) e degli alimentari non lavorati (+0,6%). L’inflazione acquisita per il 2022 è pari a +5,3% per l’indice generale e a +1,6% per la componente di fondo.
Secondo le stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta del 2,6% su base mensile, prevalentemente per effetto della fine dei saldi invernali, di cui il NIC non tiene conto, e del 7,0% su base annua (da +6,2% di febbraio).