La partnership nasce nell’ambito della campagna di raccolta fondi firmata Legambiente “Save the queen” con l’obiettivo di tutelare il patrimonio di biodiversità, strettamente legato alla sopravvivenza delle api, attraverso la donazione di arnie e sensori smart di Beeing agli apicoltori del territorio.
Ma il progetto non si ferma qui: ora un progetto di adozione a distanza per promuovere gli apicoltori più virtuosi d’Italia e il consumo responsabile di miele 100% italiano.
Estinzione api: rischi e conseguenze
Negli ultimi 10 anni sono scomparsi nel mondo 10 milioni di alveari, di cui 200 mila solo in Italia. L’IUCN, Unione Mondiale per la Conservazione della Natura, ha dedicato una lista rossa] alle 58 specie di api a rischio di estinzione tra le 130 esistenti. Ad oggi, solamente le colonie gli impollinatori allevati (le Apis mellifera) riescono a sopravvivere, con una preoccupante diminuzione degli alveari naturali e una conseguente perdita del patrimonio genetico.
“Crisi climatica, inquinamento e pesticidi sono le cause principali di questa deriva ambientale. Le conseguenze che potrebbero scaturire dalla scomparsa delle api, conservatrici della flora spontanea, sono il declino e l’esaurimento di molte specie vegetali e degli organismi che da loro dipendono, con ripercussioni ecologiche, sociali ed economiche irreversibili”, le parole di Roberto Pasi, CEO e co-founder di Beeing.
La tecnologia di Beeing in donazione agli apicoltori per favorire il ripopolamento delle api
Essenziale, dunque, il ruolo degli apicoltori, i custodi delle api, sempre più fragili a causa delle azioni antropiche. La campagna di raccolta fondi “Save the queen” si propone di sostenere il loro impegno con azioni concrete: dalla donazione di arnie Beeing all’adozione a distanza di alveari per promuovere il miele prodotto responsabilmente dagli apicoltori più virtuosi d’italia, che fanno del rispetto delle api e della natura la loro priorità.
“Il 37% delle api – ha dichiarato Angelo Gentili, responsabile agricoltura di Legambiente – in Europa è scomparso, sia a causa dei cambiamenti climatici che dell’inquinamento in agricoltura e dell’utilizzo intensivo dei fitofarmaci. Ciò vuol dire che la svolta non è più rimandabile: serve ridurre drasticamente l’uso delle molecole nocive di sintesi e, soprattutto, guardare con decisione verso l’agroecologia e l’agricoltura biologica come unici punti di riferimento per il futuro. Salvare le api – ha proseguito Gentili – significa prendersi cura del nostro pianeta. Non farlo significa invece andare consapevolmente incontro a un disastro annunciato. Puntare sulla ricchezza di filiere agricole che hanno incentrato il loro lavoro su una forte riduzione dell’utilizzo di fitofarmaci, a partire dal glifosato e dai neonicotinoidi molto dannosi per le api, è strategico ed è l’obiettivo che si pone la nostra campagna”.