Nel mondo globalizzato di oggi saper fare sistema è di straordinaria importanza, ma purtroppo l’Italia in questo non eccelle. Viviamo di iniziative di singole imprese, di privati, che creano contatti che poi non condividono. In altre parole non possiamo contare su catene capaci di agire a livello mondiale, come succede per altri Paesi (la Francia, per esempio). È l’analisi di Nicola Bertinelli, ceo del Parmigiano Reggiano dop, azienda nota in tutto il mondo che nel 2020 ha realizzato oltre 2 miliardi di fatturato esportando oltre il 40% della produzione.
Cosa manca? “Un segnale politico”, dice a Italia Oggi. Nel 2021 l’export si fa non più e non solo con sostegni finanziari ma con un forte impatto legale a sostegno delle azioni dei consorzi. Basta pensare all’italian sounding ed alle sue conseguenze. “Senza l’appoggio delle istituzioni i consorzi non potranno spuntarla contro le multi nazionali”, continua. Ad esempio, solo il Parmigiano Reggiano dop, secondo una sentenza della Corte di Giustizia Europea, può essere venduto come Parmesan, ma il dispositivo non vale in tutti i Paesi del mondo. Da qui i numerosi casi di furto d’identità, di formaggi qualunque, venduti per quello che non sono.
Il vulnus è per tutto il sistema, non per il singolo marchio. Purtroppo, la riflessione è questa, siamo capaci di produrre valore ma l’orografia non ci permette di applicare quelle tecnologie che sarebbero capaci di abbassare il costo finale. Per cui, “il valore dobbiamo andare a costruircelo altrove”, puntando su qualità e servizi. L’online può essere uno strumento utile in questo senso, purché si riesca a mantenere un’identità. Si confida anche che il Pnnr possa portare un paio di innovazioni; su tutto, sostegno al biometano e riconversione dell’amianto per i tetti in fotovoltaico agricolo.