Tra gli effetti collaterale dell’emergenza pandemica c’è anche la povertà. Quella brutta, strisciante, che spesso sfugge alle fredde statistiche. Ma che è visibile nei territori, andando in giro. Quasi quattro italiani su dieci (38,6%) hanno smesso o ridotto gli acquisti nei negozi alimentari e di altri beni essenziali a causa dell’emergenza Covid. La quale ha drammaticamente aumentato il numero di famiglie costrette a chiedere aiuto per il cibo.
Lo afferma l’ultima indagine della Banca d’Italia "Note Covid-19, principali risultati della quarta edizione dell'indagine straordinaria sulle famiglie italiane". Chi sono i nuovi poveri? Persone che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, lavoratori del sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati. Ma anche lavoratori a tempo determinato, o con attività saltuarie che sono state fermate dalle limitazioni rese necessarie dalla diffusione dei contagi per Covid.
Con la crisi, un numero sempre crescente di persone è costretto a far ricorso alle mense dei poveri e più frequentemente ai pacchi di aiuto alimentare, anche per le limitazioni rese necessarie dalla pandemia. Ed arrivano i numeri. Quasi 1 italiano su 3 (30%) ha partecipato quest’anno a iniziative di solidarietà, fa beneficienza e donazioni per aiutare le famiglie più bisognose piegate dal peso della crisi causata dall’emergenza Covid.
L’altra faccia della medaglia è il fatto che gli italiani hanno saputo sviluppare la solidarietà, grazie alle organizzazioni di volontariato, alle imprese e ai singoli cittadini. Dall’inizio della pandemia si stima siano oltre 5,5 milioni i chili di prodotti tipici made in Italy, a chilometri zero distribuiti per garantire un pasto di qualità ai più bisognosi.