Le vendite di pesticidi sono diminuite di quasi 1/3 nell’ultimo decennio e l’agricoltura italiana si classifica come la più green in Europa. Risulta da una recente analisi sui dati Eurostat relativi al periodo tra il 2011 e il 2019.
A quanto pare siamo in controtendenza rispetto agli altri grandi paesi produttori come la Spagna e la Germania dove il consumo di pesticidi cresce, mentre in Francia la riduzione è di poco superiore al 10%. Ne consegue che cibi e bevande stranieri sono tendenzialmente più pericolosi dei nostrani, con il numero di prodotti agroalimentari extracomunitari con residui chimici irregolari più alto, pari al 5,6% rispetto alla media Ue dell’1,3% e ad appena lo 0,9% dell’Italia, secondo l’analisi su dati Efsa. Che si è focalizzata sulla presenza dei residui di pesticidi su frutta, verdura, cereali, latte e vino prodotti all’interno dei paesi dell’Unione o provenienti dall’estero.
L’agricoltura italiana è dunque prima in Europa per valore aggiunto ma è anche la più green e può contare sulla leadership indiscussa per la qualità alimentare con 313 specialità Dop/Igp/Stg, compresi grandi formaggi, salumi e prosciutti, riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, 5155 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la penisola, la leadership nel biologico con circa 80mila aziende agricole biologiche e il primato della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari.