Uno studio condotto dalla Fondazione Edmund Mach, appena pubblicato sulla rivista Scientific Reports del gruppo Nature, ha consentito di predire la distribuzione dei caprioli sulle montagne trentine nei prossimi decenni a seguito degli effetti dei cambiamenti climatici.
Si tratta di una fotografia futura dei movimenti animali ottenuta grazie alla rara possibilità di confrontare i dati di spostamento degli animali a distanza di decenni, precisamente quelli raccolti dall'Università di Padova-Dipartimento DAFNAE all'inizio del 2000, e le più recenti localizzazioni di collari GPS della FEM, associati ad una proiezione climatica sviluppata con i dati di Meteotrentino che ha permesso di stimare la profondità di neve al suolo nei prossimi 50 anni.
Lo studio, che ha riguardato il Parco Adamello Brenta e zone circostanti nelle valli Rendena e Giudicarie, ha dimostrato che il limite delle coperture nevose si troverà a quote maggiori. Il capriolo, non adatto a spostarsi e ad alimentarsi nella neve profonda, potrebbe dunque in futuro occupare in modo stabile versanti ad altitudini maggiori delle attuali, probabilmente non migrando più tra siti stagionali invernali ed estivi.
"In realtà l'incremento di temperatura è stato registrato in modo notevole già durante il periodo considerato dalla nostra ricerca, con 1.5°C in più nei mesi invernali a Tione, nelle Valli Giudicarie" osserva Julius Bright Ross, che con questi dati ha realizzato la propria Senior Thesis presso il Department Organismic and Evolutionary Biology dell'Università di Harvard, supervisionato dal prof Paul Moorcroft e dalla ricercatrice Francesca Cagnacci del Centro Ricerca e Innovazione FEM.
"In modo innovativo e raro – osserva la ricercatrice Cagnacci- abbiamo utilizzato dei dati di comportamento reali per capire il futuro delle nostre specie di montagna, un ambiente particolarmente esposto ai cambiamenti climatici e agli interventi dell'uomo. Tenere conto delle variabili in gioco ci permetterà di preservare le nostre Alpi, sorgente preziosa di biodiversità, alla base della nostra salute".
Link pubblicazione Scientific Reports https://www.nature.com/articles/s41598-021-86720-2