Oggi dalle ore 17 in diretta su webex, si terrà l’incontro Immaginari geografici: Torino, città d’acque più che di fiumi. L’iniziativa è organizzata in concomitanza con la Notte Internazionale della Geografia, una manifestazione che, attraverso eventi organizzati simultaneamente in tutto il mondo, rende la ricerca geografica più accessibile al grande pubblico. Per l’occasione, sarà presentata una ricerca nazionale su "Le città e i fiumi", che indaga sull’evoluzione tra i territori e i loro ecosistemi fluviali, attraverso progettualità, criticità e potenzialità, con un particolare focus su Torino e le sue acque.
Torino è nota per i suoi quattro fiumi: Po, Dora, Stura e Sangone, ben rappresentati nella fontana dei Dodici Mesi al Parco del Valentino. Un numero che sale non appena lo sguardo si allarga alla città in una dimensione metropolitana. I corsi d’acqua hanno svolto un ruolo importante nel plasmare l’identità del capoluogo piemontese, strutturando la sua geografia sociale, connettendo gli ecosistemi naturali e ispirando alcune linee essenziali di progettazione. Ricostruire la storia e le dinamiche di questa relazione, dunque, aiuta a rileggere le trasformazioni della città.
Come riportato nella ricerca “Le città e i fiumi”, le trasformazioni sociali e politiche di Torino si sono tradotte anche in trasformazioni del paesaggio fisico e degli ecosistemi fluviali. Negli ultimi trent’anni, la de-industrializzazione è stata accompagnata da una nuova sensibilità ecologica, che ha favorito il miglioramento della qualità dei corsi d’acqua attraverso progetti come Torino Città d’Acque. Un processo reso possibile anche grazie alla variegata galassia di soggetti che, agendo dal basso, rivendicano e promuovono la tutela degli ambienti fluviali.
Se le trasformazioni di Torino hanno contribuito a trasformare i suoi fiumi, è altrettanto vero che i fiumi, con la loro presenza e le loro caratteristiche, hanno contribuito alla ridefinizione dell’identità cittadina. Lungo i fiumi torinesi si sono riprodotte le differenze socio-economiche del tessuto urbano, tra marginalità e centralità. Ripercorrere la storia dei fiumi e del loro rapporto con la città diventa quindi importante per riflettere sulle trasformazioni di Torino, contribuendo ad orientarle verso una maggior giustizia ecologica e sociale. Dalla grigia città dell’auto alla brillante Città d’Acque, incrociando lo sguardo di artisti, pianificatori, esperti e studiosi per provare a cogliere la dimensione olistica dell’acqua come produttore di spazi e luoghi.
“La sfida della sostenibilità – dichiara Egidio Dansero, docente dell’Università di Torino e autore della ricerca “La città e i fiumi” – richiede di ripensare ulteriormente il rapporto tra la città e i fiumi, che si è storicamente costruito per antagonismo tra ambiente costruito e ambiente naturale se non negazione o asservimento di quest’ultimo alle logiche ed esigenze del primo. Le nature based solutions rappresentano uno degli orizzonti nel ripensare il rapporto tra città e ambiente e i fiumi sono da sempre li, prima della città, nel loro incessante scorrere e nel fornire continuamente servizi ecosistemici indispensabili per le attività umane e lo stesso abitare la città”.
Interverranno:
Egidio Dansero (Università di Torino), Emanuele Fantini (Institute for Water Education, Delft), Giacomo Pettenati (Università di Torino), Alfredo Mela (Politecnico di Torino) e Angelo Besana (Università di Torino): autori della ricerca “Le città e i fiumi”;
Luca Morino, Explore Torino: fiumi di città (Un uomo all’angolo/TO7, Mau Mau, Sostenibili perCorsi Project #fattidacqua https://sostenibilipercorsi.it/)
Giorgio Osti (Università di Padova): coordinatore della ricerca “Le città e i fiumi”;
Ezio De Magistris (Comune di Torino): progetto Torino Città d'Acque;
Alice De Marco (Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta);
Gianna Betta (Città Metropolitana di Torino);
Marco Giardino (Università di Torino): progetto Sostenibili perCorsi #fattidacqua;
Francesca Zanutto (Università di Torino): progetto To-nite.