A chi conviene la Brexit? I dati dell'HMRC (l'equivalente del nostro Istat) hanno rivelato un calo più che significativo delle esportazioni di alimenti e bevande verso l'Unione europea (UE) e altri mercati internazionali.
Il rapporto ha confrontato i dati da gennaio 2021 a gennaio 2020, che hanno evidenziato come le esportazioni di cibo e bevande nell'UE su base annua sono diminuite del 75,5% mentre le esportazioni verso i paesi non UE sono diminuite dell'11,1%.
Secondo le cifre, il valore di tutte le esportazioni di cibo e bevande del Regno Unito era pari a 1,7 miliardi di sterline a gennaio 2020, e questa cifra è scesa del 51,1% a 824,9 milioni di sterline a gennaio 2021. Ciò è dovuto in gran parte alle nuove barriere non tariffarie affrontate dagli esportatori britannici dopo la Brexit, nonché al "crollo dei movimenti di esportazioni collettive, che ha escluso molte PMI".
La "Federalimentare" inglese ha inoltre sottolineato che anche l'impatto del Covid-19 e lo stoccaggio da parte delle imprese britanniche prima della fine del periodo di transizione con l'UE hanno contribuito a questo crollo. Le esportazioni verso tutti gli Stati membri dell'UE sono diminuite, in particolare verso Irlanda, Germania, Italia, Portogallo, Austria, Romania, Estonia, Slovenia, Croazia e Lussemburgo, tutte in calo di oltre l'80%.
Tutte e dieci le principali categorie di prodotti alimentari e bevande del Regno Unito esportate nell'UE sono diminuite, con le esportazioni di salmone che sono crollate del 98% e di carne bovina del 91,5% rispetto allo stesso periodo del gennaio 2020. Il whisky è ancora la principale esportazione di alimenti e bevande del Regno Unito verso il UE, ma il valore delle esportazioni è crollato del 63,1% da £ 105,4 milioni a £ 38,9 milioni.
Neanche il formaggio se la passa bene, con export in caduta libera che ha perso l'85,1%, passando da 45,5 milioni di sterline a 6,8 milioni di sterline su base annua, mentre le esportazioni di cioccolato sono diminuite da 41,4 milioni di sterline a 13,1 milioni di sterline.