La scora estate è andata decisamente bene per l’economia nazionale. Complice il ritorno ad una quasi “normalità” dopo mesi di lockdown e l’esplosione della bella stagione, l’andamento economico del terzo trimestre 2020 ha mostrato segnali di ripresa per l’economia italiana. Infatti, rispetto al trimestre precedente abbiamo registrato una crescita del PIL pari a circa il 16%, con un +31,3% negli investimenti fissi lordi, +9,2% nei consumi finali nazionali, +15,9% nelle importazioni e +30,7% nelle esportazioni.
Emerge dalla fotografia scattata da CREAgritrend, il bollettino trimestrale messo a punto dal CREA, con il suo Centro di Ricerca Politiche e Bioeconomia.
Rispetto allo stesso periodo del 2019, dunque, nel terzo trimestre 2020 si sono verificate una contrazione dell’indice della produzione dell’industria alimentare pari a -2% (-4% il picco registrato a settembre) e una crescita in controtendenza di quello della produzione delle bevande (+3,6%). L’indice del fatturato dell’industria alimentare cresce sul mercato estero di 2,6% e si contrae su quello interno. Ulteriore frenata dell’industria delle bevande con una forte riduzione sul mercato estero (-3,7%), mentre si mantiene stabile su quello interno.
Le esportazioni agroalimentari nel periodo preso in considerazione sono pari a circa a 11,1 miliardi di euro e, rispetto allo stesso periodo del 2019, crescono dello 0,8%, con un aumento (+10%) dei flussi verso la Germania, mentre le importazioni calano del -3,2%.
I prodotti maggiormente esportati sono stati i derivati dei cereali (soprattutto pasta), ortaggi trasformati (principalmente conserve di pomodoro) e frutta fresca (uva da tavola e mele). Le diminuzioni più significative riguardano l’export di vini (-2,4%), altri alcolici (-3,4%) e prodotti lattiero caseari (-3,8%).
Emerge un leggero aumento (+5%) del clima di fiducia nei confronti del settore primario e delle sue politiche, con prevalenza dei giudizi positivi e molto positivi (60%) rispetto ai negativi e molto negativi (37%), che registrano una diminuzione del 5% rispetto alla rilevazione del secondo trimestre.