La XIII Commissione Agricoltura della Camera dei deputati ha ascoltato l’associazione nazionale Le Donne del Vino nell’ambito dello studio delle proposte sul piano nazionale di ripresa e resilienza. Donatella Cinelli Colombini, presidente dell’associazione, e la sua vice Paola Longo hanno portato la voce di 900 produttrici, enotecarie, ristoratrici, giornaliste ed esperte di tutta Italia interpellate attraverso un sondaggio online.
Le donne dirigono circa un terzo delle imprese agricole italiane, ma pur gestendo solo il 21% della Sau- superficie agricola utilizzabile, producono il 28% del Pil agricolo. I punti critici sono 4: digitalizzazione delle aree rurali, agricoltura di precisone, trasporti e viabilità e servizi per la maternità.
La mancanza di una buona connettività e di banda larga nelle campagne, fino alle imprese e alle case, la scarsità di strumentazione elettronica, costituiscono il maggiore ostacolo allo sviluppo economico e turistico delle zone rurali.
La mancanza di copertura del segnale nasconde le imprese ai fini turistici e commerciali, rallenta il lavoro e l’accesso alle informazioni, impedisce il ricambio generazionale e l’introduzione dell’economia verde. Il processo di qualificazione dell’agricoltura e di produzioni eco sostenibili passa attraverso un processo di formazione e di digitalizzazione che richiede infrastrutture e connettività. La carenza di collegamenti favorisce la marginalizzazione culturale ed economica delle popolazioni rurali e danneggia i giovani in età scolare, le donne e gli anziani. Potenziare trasporti e viabilità nelle zone rurali potrebbe significare favorire il turismo e renderlo più capillare. La carenza di asili nido e di scuole materne nelle zone agricole e nei piccoli centri oltre al loro costo eccessivo in rapporto ai redditi della popolazione rurale, sono un grave impedimento alle possibilità di lavoro e carriera delle donne.
L'associazione ha chiesto in commissione agevolazioni fiscali e di punteggio nelle graduatorie per le imprese dove si rispettano, la parità di salario, la progressione di carriera fra i generi ed è offerta la flessibilità nell’orario di lavoro. L’appello è affinché l’agricoltura non venga presa in esame solo per l’impatto ambientale ma anche in termini economici e occupazionali all’interno di una filiera produttiva e commerciale che arriva sulla tavola dei consumatori e coinvolge quindi anche altri comparti nella logica Farm to Fork e di salvaguardia della salute dei consumatori.
Le Donne del Vino, alla guida di aziende agricole caratterizzate da grande diversificazione produttiva, forte internazionalizzazione e maggiore orientamento al Bio-biodinamico rispetto a quelle maschili, chiedono che fra gli obiettivi del settore turismo sia inserito l’agroalimentare italiano di eccellenza e specificamente il vino.
Sottolineando come l’enogastronomia costituisca la prima attrattiva per i turisti stranieri verso il nostro paese, collocandosi come un aspetto integrante della civiltà e dello stile di vita italiano. "La filiera agroalimentare con particolare riferimento alla ristorazione è fra i più colpiti dalla crisi innescata dalla pandemia e ha bisogno di interventi diretti e indiretti per ripartire.