Diamo il benvenuto al Consorzio di tutela del Lambrusco, che ha eletto il proprio cda. La nuova realtà nasce dalla fusione dei consorzi di tutela di Modena, Reggio Emilia e del Reno, per una produzione annua complessiva di 42 milioni di bottiglie.
“Non esiste un solo lambrusco", secondo l’assessore regionale all’ agricoltura Mammi, "ai consumatori vengono proposte decine di bottiglie con sfumature diverse di colore, al gusto, al palato, con diverse gradazioni. Le peculiarità date anche dalle differenze territoriali e di produzione non hanno impedito di trovare un comune denominatore nell’organizzazione della promozione e della vendita, grazie alla costituzione di un unico consorzio”. Il comparto vitivinicolo dell’Emilia-Romagna si conferma dunque settore maturo e ben organizzato, capace di sviluppare progettualità molto interessanti in ambito di filiera e attraverso le singole aziende.
La decisione di stabilire un consorzio unico, più grande e maggiormente rappresentativo dimostra capacità di stare sul mercato come anche la chiara consapevolezza che la strada della competitività globale è tracciata e bisogna presentarsi forti e uniti.
Lo hanno compreso anche le istituzioni regionali, che garantiranno il proprio appoggio, nella consapevolezza degli sforzi e della volontà che è stata fatta per trovare uno spazio comune di lavoro.