In questo annus horribilis, come ebbe a dire Sua Maestà Elisabetta II, possiamo dire che non esistono settori merceoligiclegati affod&wine immuni da gravi perdite. E dopo la caduta dei prezzi innescata dall'emergenza sanitaria per il contenimento della pandemia da Covid-19, il mercato lattiero caseario mondiale sembrava dunque accennare a una timida ripresa, sebbene i fattori di incertezza legati alla seconda ondata di diffusone del coronavirus rendano particolarmente complesse le previsioni anche sull'evoluzione a breve termine.
Per quanto riguarda il mercato nazionale, nonostante la timida ripresa registrata nei mesi di agosto e settembre, quando ci è stato concesso di fare le vacanze e di avere una sia pur ridotta socialità ed allo stesso tempo i canali Horeca e l'attivazione delle misure emergenziali di ritiro dal mercato (aiuti all'ammasso e distribuzione agli indigenti) hanno sviluppato i loro effetti benefici, la situazione permane su livelli di criticità.
Nel periodo gennaio-settembre, infatti, l'indice Ismea dei prezzi all'origine dei prodotti lattiero caseari ha mostrato complessivamente un calo del 9,7% rispetto allo scorso anno, principalmente a causa della progressiva flessione dei listini dei formaggi duri (-14,9%) e del latte alla stalla (-8,6%). O tempora o mores. Speriamo che finisca tutto presto.