L’Europa dovrebbe produrre circa 707 mila tonnellate, il 6% in più sullo scarso 2019. Rispetto all’anno precedente è prevista un’offerta in Italia in aumento, con circa 327 mila tonnellate, che segna un +3% su un 2019 deficitario.
Bene la Grecia, che si porta a quasi 272 mila tonnellate, +10% rispetto alla stagione passata. Segno positivo anche per Portogallo e Spagna, mentre la Francia flette del 6%. Il dato nazionale italiano è salvato dallo sviluppo del kiwi a polpa gialla, che quest’anno dovrebbe raggiungere le quasi 80 mila tonnellate, grazie anche ai nuovi impianti che entrano in produzione, segnando un +35%, mentre per il verde si prevede ancora una volta una riduzione della produzione, pari al 4% rispetto al minimo storico dell’anno precedente, a causa dei danni da gelo, della perdita di superfici del kiwi verde dovuta in particolare alla moria delle piante e danni da asfissia radicale che incidono anche selle rese produttive delle piante.
La moria delle piante è un fenomeno che si è diffuso a partire dal 2012 nella zona del Veronese, per poi interessare altre importanti aree di coltivazione del kiwi, come il Piemonte, il Lazio e il Friuli Venezia Giulia; ma la presenza recentemente è segnalata anche in Calabria, Campania e Basilicata.
Sulla base delle stime di Cso Italy, il fenomeno dal 2012 ad oggi ha interessato circa 4.500 ettari che oggi non sono più produttivi, senza considerare le superfici a kiwi che si trovano in uno stato di sofferenza, con rese ben lontane dal potenziale.
Comunque, fari puntati sulla Grecia, che negli anni ha visto crescere i propri impianti fino a raggiungere quest’anno quasi 11 mila ettari di kiwi in produzione, con quantità dunque destinate a crescere anche in un futuro prossimo.