Istat conferma quanto i cittadini già sospettavano. Durante agosto, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo abbia fatto registrare un aumento dello 0,3% su base mensile e una diminuzione dello 0,5% su base annua (da -0,4% del mese precedente).
La crescita della flessione dell’indice generale si deve al calo più netto dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da -0,9% a -2,3%). Si confermano invece in crescita, seppur in rallentamento, i prezzi sia dei beni alimentari lavorati (da +0,6% a +0,4%) sia di quelli non lavorati (da +2,5% a +2,0%).
L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici decelerano entrambe, rispettivamente da +0,4% a +0,3% e da +0,6% a +0,4%.
L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente alla crescita dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (+3,0%) e dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,5%), a causa di fattori stagionali, solo in parte compensata dal calo dei beni alimentari non lavorati (-0,6%). L’inflazione acquisita per il 2020 è pari a zero per l’indice generale e a +0,8% per la componente di fondo.
I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano da +1,2% a +0,9%, mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto accentuano di poco la loro flessione da -0,1% a -0,2%.
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo diminuisce dell’1,3% su base mensile e dello 0,5% su base annua (da +0,8% di luglio), confermando la stima preliminare. È l’avvio ad agosto in quasi tutte le regioni dei saldi estivi di abbigliamento e calzature a produrre sia il marcato calo congiunturale sia l’inversione di tendenza. I prezzi di abbigliamento e calzature registrano, infatti, una vistosa diminuzione congiunturale (-18,6%) molto più ampia di quella di agosto 2019 quando fu pari a -6,6% (i saldi erano iniziati a luglio) e quindi un forte rallentamento tendenziale che si riflette sull’andamento dell’indice generale.
L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un aumento dello 0,2% su base mensile e una diminuzione dello 0,7% su base annua.