Anche il fiorente comparto enologico paga le conseguenze della pandemia e la relativa chiusura degli sbocchi commerciali: ciò è tanto più significativo per una regione, come il Lazio, che ha una produzione di vino di discreta qualità.
A livello europeo nel dibattito politico ci sono stati ritardi ed ampie discussioni che non hanno consentito la smobilitazione delle cosiddette “risorse di crisi” da destinare alle filiere più colpite tra le quali quella del vino, come in varie occasioni chiesto trasversalmente dai Parlamentari europei (da De Castro a Dorfmann), ma l’introduzione di alcune misure attuate dagli Stati membri tra le quali la “distillazione di crisi” per superare le criticità di un mercato enologico fermo per l’evidente blocco del canale Ho.re.ca. A tal proposito il nostro plauso va all’assessore Onorati per aver provveduto all’integrazione dei fondi della predetta misura con un plafond di ulteriori risorse regionali, oltre alla quota ministeriale già prevista dall’ apposito Decreto Ministeriale, con il provvedimento n. 6705 del 23.06.20.
L'UCI ha sensibilizzato il tavolo di Commissione sulle ultime novità introdotte dall’UE, fondate su basi giuridiche nuove, quali le recenti modifiche al regolamento UE n°. 1305/13 (ovvero la possibilità di modificare il Piano di Sviluppo Rurale per introdurre una nuova misura che potremmo definire indennità-covid specifica): ha chiesto l’introduzione della “indennità da covid”, per la quale la Regione Lazio dovrà rimodulare il proprio piano, pubblicare un bando con l’individuazione dei settori e dei beneficiari ammissibili, una misura che consentirà di utilizzare fino al 2% dei propri fondi FEASR, per garantire aiuti diretti ed immediati quali indennità pari a 50.000 euro per Imprese PMI della trasformazione e sino a 7.000 euro per singole imprese.
La filiera vitivinicola è capace di proporsi adeguatamente sui mercati e vincere le sfide della competizione su mercati globali solo se si dimostrerà essere una filiera unita, capace di far valere le proprie produzioni di qualità a denominazione ed attiva grazie a tutti gli attori presenti all’interno della medesima (dal singolo produttore all’organismo trasformatore e la commercializzazione), pertanto è stato chiesto di attivare tempestivamente la misura da indennità covid e che le risorse siano assegnate prioritariamente al settore vitivinicolo, anticipando nei tempi anche il limite di erogazione individuato da Bruxelles (giugno 2021).
Per trovare un corretto indirizzo all’interno della questione liquidità alle Imprese, il quadro tecnico dell’UCI ha suggerito di individuare un accordo, come fatto in altre Regioni, tra ABI Lazio-Regione- Centri di assistenza agricola per consentire di far anticipare grazie al possibile accordo, attraverso la certificazione del credito da parte dei CAA, le spettanze dei contributi pubblici per la campagna PAC appena conclusa (10 luglio), consentendo di abbattere, attraverso l’individuazione di ulteriori risorse regionali, i tassi di interesse per l’anticipazione delle somme spettanti rispetto alle domande a superficie o altro presentate dai produttori agricoli.
Il portavoce dell’UCI nazionale, Dott. Antonio Stea, ha anche espresso la necessità di un Piano di rilancio dell’intero settore che sia prospettico: un Piano di settore che coinvolga le Associazioni e i Consorzi, al fine di rafforzare il ruolo delle O.P. (Organizzazioni di Produttori) del settore vitivinicolo nel rapporto con la GDO, ammodernare i siti di stoccaggio ed ideare una campagna promozionale. Soddisfazione del Presidente Nazionale dell’UCI, Mario Serpillo: “Le nostre proposte hanno incontrato il favore generale dell’audizione ed auspichiamo possano tradursi in provvedimenti legislativi in tempi rapidi!”.