Natura e sport – Il Canyon del Fiume Metauro
Un lungo canyon alto 30 metri dalle acque turchesi che riflettono il cielo azzurro, avvolto dalla verdeggiante vegetazione che fiancheggia le sponde del fiume: sono le Marmitte dei Giganti, una conformazione naturale affascinante, con caratteristici specchi d’acqua modellati pazientemente dalla potente erosione del fiume Metauro sulle cangianti rocce nel corso di millenni. Un’opera lunga e faticosa. Per questo la leggenda vuole che proprio dei giganti siano stati a plasmare tale spettacolare perla della natura.
Muniti di giubbotto salvagente e pagaia, è possibile attraversare il canyon in canoa e kayak fra acque cristalline, spruzzi e zampilli, ammirandolo da una prospettiva che regala viste mozzafiato, giochi di luci, ombre e echi infiniti. Cullati dalle acque del fiume, si risale la gola che diventa via via più stretta e ombreggiata, per poi allargarsi in un tratto soleggiato dov’è possibile godersi il refrigerio di queste acque tra piccole cascatelle e piscine naturali.
Dal ponte di Diocleziano alla Gola del Furlo
Per riempire lo sguardo e l’anima di bellezza basterà affacciarsi dal ponte di Diocleziano, o ponte dei Saltelli, sovrastante la gola, mentre i più temerari possono ammirare le meraviglie del canyon percorrendo a piedi il sentiero che ne costeggia le rive. Per i più dinamici l’avventura prosegue alla vicina Gola del Furlo, dove con una breve passeggiata che costeggia il fiume si può raggiungere una delle terrazze panoramiche più spettacolari delle Marche, e lo sguardo rimane sospeso fra l’infinito azzurro del cielo e le placide acque turchesi.
In bici
La zona di Fossombrone è anche tappa di uno dei 24 percorsi ciclabili di Marche Outdoor (www.marcheoutdoor.it), il progetto lanciato nel 2019 dalla Regione Marche dedicato agli amanti delle due ruote, consultabili attraverso sito e app, in cui si trovano anche informazioni strutture specializzate e attività per i ciclisti. I percorsi si articolano nei 3 grandi anelli di Marche Rebirth, concetto coniato dall’artista Michelangelo Pistoletto, che rappresenta la rinascita culturale, economica e sociale del territorio, anche attraverso il turismo lento e l’arte.
Arte e cultura – A Fossombrone tra Rinascimento e Roma imperiale
Proseguendo verso valle lungo il corso naturale del fiume, adagiata su un pendio, ad accogliere lo sguardo dei visitatori spicca Fossombrone, una pittoresca cittadina i cui tratti si legano alla Roma imperiale. Di questo glorioso passato ne è testimone l’area di 25 ettari su cui sorgeva l’antica Forum Semproni. Ma il cuore del centro storico è Corso Garibaldi, luogo per eccellenza di commercio lungo cui si affacciavano antiche botteghe e osterie, l’unico nelle Marche caratterizzato da un doppio porticato, diviso storicamente in ‘logge dei ricchi’, che ospitavano i palazzi del Comune e le Chiese, e le restanti, dette ‘dei poveri’.
Fossombrone è anche conosciuta come città delle tre corti: Alta, Bassa e Rossa. La corte Alta comprende l’antico palazzo rinascimentale, residenza dei Duchi di Montefeltro signori della città, che oggi ospita il Museo Archeologico, con numerosi reperti di epoca romana, e la Pinacoteca Civica. Qui, splendidi soffitti lignei sovrastano secoli di arte tra cui le opere di Federico Barocci e Francesco Guerrieri, ambasciatore a Fossombrone delle novità della pittura caravaggesca, fino ai ritratti di Francesco Podesti. Nel corso del Cinquecento, i Della Rovere fecero costruire la corte Bassa e la corte Rossa, un insieme di edifici collegati tra loro che si mimetizza nel tessuto urbano. Tra le scalinate che conducono alla parte alta, si susseguono gli edifici storici più importanti, a partire dalla Chiesa di San Filippo, dallo splendido interno barocco, sorta nei Seicento come voto della città in occasione della nascita dell’erede maschio dell’ultimo duca di Urbino.
Oggi la Chiesa, divenuta museo, consente di ammirare il fastoso ciclo di stucchi e il ricco patrimonio artistico di dipinti, sculture, arredi e suppellettili. Proseguendo lungo il corso, oltre al Palazzo Vescovile, vi è la Chiesa di Sant’Agostino, dal caratteristico portale in arenaria, sulla cui facciata spiccano lo stemma dei Malatesta e il simbolo degli speziali. È d’obbligo infine una visita alla Casa Museo e Quadreria Cesarini, residenza borghese del primo Novecento che prende il nome dal notaio che visse nel palazzo. Volgendo infine lo sguardo alla parte alta della città, gli occhi cadono sui resti della Rocca Malatestiana, dove ancora oggi si può godere di un panorama privilegiato sulla città.
Al tramonto – Specchi e geometrie
A magica conclusione delle giornate trascorse nel cuore della Valle del Metauro, da non perdere sul calar della sera è la suggestiva vista del Ponte della Concordia, simbolo di Fossombrone, che specialmente con le calde luci del tramonto regala un effetto ottico surreale; il riflesso dell’arco a tutto sesto sulle limpide acque del fiume, chiamato per questo l’Occhio della città, dona una geometria emozionante, formando un cerchio quasi perfetto.
Food – Non chiamatela Piadina
Per una pausa veloce e gustosa, dopo una giornata impegnativa tra rafting e camminate, ideale è la crescia sfogliata di Urbino, dal gusto raffinato e dalla consistenza robusta e friabile. Simile alla piadina, piatto semplice e povero che si consumava tutti i giorni, la crescia è nata nelle tavole dei ricchi signori per festeggiare occasioni speciali. Caratteristica distintiva sono le uova e il pepe, spezia preziosa che solo i nobili potevano permettersi, il cui sapore si esalta accompagnato da verdure cotte, affettati e formaggi. Si racconta che ad inventarla fu una donna, che vedendo brillare il sole, volle riprodurre un pane che fosse brillante, forte e naturalmente giallo.