Andamento sottotono per il mercato dei formaggi grana a denominazione con il costante e progressivo calo dei listini su tutti i centri di scambio. Sul fronte delle materie grasse e dei burri, gli scambi sono buoni con recuperi per lo zangolato pari a 5 centesimi al chilo su Parma, Milano e Mantova, mentre Reggio Emilia aggiunge 10 centesimi portandosi a 0,80 euro al chilo.
Va un po’ meglio per i bovini da ristallo. Gli allevatori che intendono pianificare una buona disponibilità di animali da macello da vendere per le festività natalizie stanno ora incrementando la domanda. Per quanto riguarda gli animali da macello, stagnazione dei prezzi per tutte le categorie e le piazze rilevate, tranne per le vacche che mostrano un andamento dicotomico. Flessione su alcune piazze e razze, come la chianina, che perdono il -3,81 % su base media nazionale, quelle di frisona (- 4,82% su Forlì), marchigiana e maremmana che su Macerata e Grosseto perdono tra i tre e i quattro punti percentuali. Su altre piazze invece le vacche da macello danno segnali di recupero come la bruna, la frisona e la pezzata rossa su Vicenza, dove si notano recuperi compresi tra il +2,6% e il 3,6%. Scarse le dinamiche degne di nota per le carni fresche di bovino, che a livello nazionale medio perdono terreno in misura lieve.
Recuperano le carni di pollo
Il mercato dei polli vivi scambiati all’origine questa settimana fa registrare una situazione di equilibrio, non mostrando variazioni di prezzo. Volatili minori come anatre e faraone mostrano una contrazione su base congiunturale, più marcata per le faraone (-2,13%) e più lieve per le anatre (-0,48%). Il mercato dei conigli fa registrare un aumento di prezzo per gli animali vivi scambiati all’origine (+4,76% su base media nazionale), collocandosi comunque su valori molto bassi. Tale aumento però non è corrisposto in egual misura da aumenti di prezzo sul macellato (+0,6% su base media nazionale). Al ribasso anche le uova fresche (-1,2% variazione congiunturale; +11,7% variazione tendenziale). Le flessioni sono in parte conseguenza della scarsa domanda e si prevede che interventi sulla quantità offerta riportino l’equilibrio a breve. Accusano flessioni le carni di tacchino (-2,9%).
Suini, la domanda resta debole
La crisi Covid incide sulle difficoltà registrate dalla filiera suinicola con i consumi in significativo calo e forti tensioni tra le controparti, che si rilevano nel segmento dei suinetti, che impediscono la regolare formulazione del prezzo. Il calo dei consumi fa in modo che persista sul mercato una quantità abbondante di prodotto finito a fronte di una domanda debole. Relativamente al mercato all’ingrosso si registra una stabilità sui listini sia quelli destinati al consumo sia quelli destinati all’industria.
Vino, si guarda già alla prossima vendemmia
Il mese di giugno si è aperto senza variazioni significative nel comparto del vino nazionale. Qualche ritocco al ribasso si è registrato per i listini siciliani dovuto al normale andamento della campagna. Le attenzioni sono rivolte alle campagne per l’avvicinarsi della nuova vendemmia e ai lavori necessari del periodo. Nessuna variazione anche per i listini medi dei prodotti ad indicazione geografica e a denominazione di origine che risentono ancora della chiusura subita dal canale Ho.Re.Ca..
Olio al rilento
Qualche ritocco verso il basso per i listini degli oli extravergine di oliva. Le contrattazioni procedono al rilento, le scorte di prodotto continuano ad essere sufficienti e il mercato comincia a rivolgere l’occhio verso la nuova campagna. Lievi flessioni si non riscontrate per l’olio vergine calabrese, stabili, invece, i prezzi medi del lampante. Ferme le quotazioni dei raffinati di oliva e di sansa e dei principali oli di semi rilevati. Nelle campagne siamo al momento dell’allegagione e non si evidenziano situazioni anomale.