Il viaggio della Vittoria Alata verso Brescia non si è interrotto ma è solamente posticipato.
Allo stesso modo, a causa della grave situazione epidemiologica, tutte le iniziative progettate dal Comune di Brescia e dalla Fondazione Brescia Musei per celebrare il ritorno di una delle più straordinarie statue di epoca romana, inizialmente previste da questa primavera, sono state necessariamente riprogrammate, a partire da settembre 2020.
“Il ritorno della Vittoria Alata”, ha affermato Stefano Karadjov, direttore di Fondazione Brescia Musei, “ovvero uno dei simboli più alti della città di Brescia tanto severamente colpita dalla epidemia, diventerà per la nostra città un segno tangibile della rinascita e un auspicio per la ripresa. Il lavoro sul palinsesto Vittoria Alata non si è mai interrotto e la riapertura dei Musei lascia ben sperare sulla rinascita che il ritorno della Dea alata promuoverà”.
Questa rinascita è sottolineata dalle campagne promozionali promosse in occasione della riapertura di due luoghi simbolo della città come Santa Giulia e la Pinacoteca Tosio Martinengo. Con i messaggi “Dove eravamo rimasti”, “L’avventura continua” e “Come prima, più di prima”, i musei accoglieranno i visitatori all’insegna della sicurezza e di una rinnovata proposta espositiva.
I luoghi che da giovedì 21 maggio riapriranno al pubblico saranno dunque la Pinacoteca Tosio Martinengo e il Museo di Santa Giulia, nel totale rispetto delle norme emanate a tutela della sicurezza e della salute di tutti e di conseguenza con nuove modalità.
In particolare l’affluenza sarà regolata secondo visite programmate di piccoli gruppi, alle quali si potrà partecipare su prenotazione e presentandosi nella fascia oraria prescelta. Le visite saranno inoltre accompagnate da operatori museali che garantiranno l’ottimale distanziamento tra i partecipanti e il necessario supporto informativo.
Dal 21 maggio, fino a fine settembre, gli orari verranno inoltre sostanzialmente rimodulati rispetto alle consuetudini passate, così da adeguarsi alle mutate esigenze. L’assenza dei gruppi e delle scolaresche che popolavano i musei in orario diurno infrasettimanale, ad esempio, offrirà ai bresciani e al turismo interregionale nuove occasioni di intrattenimento non aggregativo serale e nei fine settimana. Per queste ragioni la Pinacoteca Tosio Martinengo e il Museo di Santa Giulia apriranno il giovedì e il venerdì dalle 18 alle 22 (ultimo ingresso alle 20.15), e il sabato, la domenica e i festivi dalle 10 alle 21.30 (ultimo ingresso alle 19.45).
Fondamentale ricordare che per accedere alle visite programmate sarà necessario prenotarsi. Allo scopo saranno disponibili il CUP della Fondazione, 0302977833.34 – santagiulia@bresciamusei.com, e il sito www.bresciamusei.com
La Vittoria Alata sarà ufficialmente restituita a Brescia a novembre 2020. Proprio in questi giorni si stanno facendo tutte le verifiche necessarie per la ripresa delle attività di restauro nel rispetto delle misure di sicurezza e di distanziamento. La statua tornerà in città dopo quasi due anni di lavori di restauro, promossi dal Comune di Brescia e dalla Fondazione Brescia Musei, con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Provincie di Bergamo e Brescia, e condotti dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.
Trenta sono i professionisti che a vario titolo, ciascuno con la propria specializzazione, sono stati impegnati nelle numerose attività di conoscenza e di conservazione del bronzo. Gli interventi si sono concentrati dapprima sulla pulitura della scultura, quindi sulla rimozione controllata dei materiali che riempivano la statua e della struttura interna a cui si agganciavano le ali e le braccia della Vittoria, sulla progettazione del sostegno interno a garanzia della statica del bronzo, e sulla stesura di un materiale protettivo, scelto anche in base alle caratteristiche dell’ambiente espositivo. Durante questo periodo, sono stati condotti studi, indagini scientifiche ed esami volti a una conoscenza più approfondita della tecnologia di costruzione e non solo.
La grande statua in bronzo, amata da Giosuè Carducci che la celebrò nell’ode Alla Vittoria, ammirata da Gabriele d’Annunzio e da Napoleone III che ne vollero una copia, che per composizione, materiale e conservazione è una delle opere più importanti della romanità, avrà una nuova collocazione nella cella orientale del Capitolium, in un allestimento museale curato dall'architetto spagnolo Juan Navarro Baldeweg.
È proprio presso il Capitolium che nel 1826, durante gli scavi archeologici condotti dai membri dell’Ateneo di Scienze, Lettere e Arti di Brescia, venne ritrovata all’interno di un’intercapedine dell’antico tempio romano, insieme a sei teste imperiali e ad altri reperti, forse per preservarla da eventuali distruzioni.
La scultura, realizzata in bronzo con la tecnica della fusione a cera persa, è databile al I secolo dopo Cristo, ispirata a modelli più antichi.
Da venerdì 18 settembre Brescia proporrà, come anticipazione dell’arrivo della Vittoria Alata, alcune iniziative tra cui la mostra-omaggio all’architetto Juan Navarro Baldeweg (Santander, 1939), autore dell’intervento del riallestimento della Vittoria Alata nel Capitolium.
La rassegna, in programma fino al 5 aprile 2021, dal titolo Juan Navarro Baldeweg. Architettura, pittura, scultura. In un campo di energia e processo, curata da Pierre-Alain Croset, ospitata nel Museo di Santa Giulia (Coro delle Monache, Basilica di San Salvatore e cripta), col patrocinio dell’Ambasciata di Spagna a Roma e dell’Ordine degli architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Brescia, presenterà una serie di opere – modelli e disegni dei suoi progetti più importanti, grandi tele e sculture – che ripercorrono la poliedrica carriera di Navarro Baldeweg, come architetto, pittore e scultore, e che consentono di cogliere le interazioni e le connessioni tra le varie arti.
A seguire, dal 2 ottobre, in occasione del quinto centenario della morte di Raffaello (1483-1520), in Santa Giulia verrà proposta la mostra Raffaello: alle origini del mito, curata da Roberta D’Adda, dedicata all'artista urbinate con opere in grado di testimoniare lo sviluppo della fortuna dei suoi modelli nelle arti e presso i collezionisti, nonché la nascita di un vero e proprio ‘mito del divino pittore’, che raggiunse il suo massimo sviluppo nel XIX secolo, nel contesto della temperie culturale neoclassica prima e romantica poi.
Il percorso espositivo si aprirà con una serie di incisioni uscite direttamente dalla bottega di Raffaello grazie alla collaborazione con Marcantonio Raimondi (1480-1534), spesso ispirate a disegni appositamente pensati dal maestro o a versioni poco conosciute dei suoi capolavori più noti: tra le invenzioni affidate al bulino di Raimondi e dei suoi collaboratori si segnalano in particolare la celebre Strage degli innocenti e uno straordinario esemplare del Giudizio di Paride. A seguire, la mostra presenterà una ricca selezione delle stampe di riproduzione, italiane ed europee, che fiorirono tra il Cinquecento e l’Ottocento a opera dei più grandi artisti di questa disciplina, quali Ugo da Carpi, Giorgio Ghisi, Carlo Maratta, Francesco Rosaspina e Giovanni Volpato, con la straordinaria serie dei grandi fogli delle Stanze Vaticane e dei Pilastri delle Logge. La sezione riservata all’Ottocento si concentra infine su Brescia, dove attraverso una fitta rete di rapporti interpersonali giungevano esemplari in prima tiratura delle più importanti incisioni di Giuseppe Longhi e dei suoi allievi della scuola di Brera, e dove intorno al Redentore di Raffaello, acquistato nel 1821 da Paolo Tosio, si raccolse e si sviluppò un nuovo interesse per il maestro.
Le ali della Vittoria si estendono fino alla contemporaneità e sono state d’ispirazione a Francesco Vezzoli, bresciano di nascita, uno degli autori italiani più conosciuti e apprezzati del panorama artistico internazionale.
Per il ritorno della statua, Francesco Vezzoli ha progettato degli interventi curatoriali, radunati attorno al titolo di Palcoscenici archeologici, da gennaio 2021, capaci d’instaurare una relazione tra le sue sculture, il sito archeologico di Brescia romana e il Museo di Santa Giulia.
Le opere condurranno lo spettatore dalla terrazza del Capitolium alla Basilica di San Salvatore, lungo un percorso cronologico che dal I secolo dopo Cristo giunge all’VIII secolo, tra cultura romana e longobarda.