In bicicletta alla scoperta delle Terra di Arezzo: è stato presentato oggi, 16 aprile, nel corso di una conferenza stampa virtuale, il percorso cicloturistico permanente “L’Ardita” che nasce per valorizzare un tracciato che si snoda lungo le strade dell’omonima ciclostorica e che consentirà (non appena l’emergenza sanitaria sarà rientrata), agli amanti del turismo lento e delle esperienze outdoor di pedalare immersi nella natura e lontani da luoghi affollati, in uno dei territori più belli della Toscana.
Ideato dalla Fondazione Arezzo Intour e dall’Associazione A.S.D. “Gli Arditi del ciclismo” che, socia della Fondazione stessa promuove il ciclismo vintage ed il cicloturismo, il progetto finanziato nell’ambito territoriale omogeneo Arezzo, Capolona, Castiglion Fibocchi, prevede la realizzazione di un percorso di complessivi 80 chilometri che ricalca quello de l’Ardita.
Tale percorso sarà segnalato attraverso una cartellonistica adeguata, cosi da delimitarlo e consentire ai cicloturisti di esplorarlo per 365 giorni all’anno. Inoltre alcuni pannelli informativi racconteranno la storia dell’Alpe Poti, stazione climatica che nel tempo è stata arrivo di importanti corse ciclistiche.
Dato importante per tutti gli appassionati, la cartellonistica consentirà, cosi come avviene in altre località italiane di attirare ciclisti che vorranno cimentarsi con una o più scalate dell’Alpe di Poti in autonomia, conseguendo con possibilità di istituire uno specifico brevetto.
Il percorso è stato completamente elaborato ma in questa fase è stato delimitato soltanto il primo stralcio (circa 25 chilometri) che insiste nel territorio aretino, mentre per i successivi step sarà necessario il coinvolgimento delle altre amministrazioni: un itinerario suggestivo che dalla località San Polo arriva all’Alpe di Poti, prosegue attraverso la discesa dello Scopetone e ritorna in città fino in Piazza Grande passando da viale Buozzi.
Dopo la posa in opera della cartellonistica (avvenuta prima dell’emergenza sanitaria), il progetto sarà arricchito dalla nascita di itinerari di tipo naturalistico connessi al ciclismo, al trekking ed al podismo. Al percorso stabile dell’Ardita verrà inoltre dedicata un’area internet dove i cicloturisti potranno trovare mappe, tracce gpx e indicazioni anche per pianificare la loro vacanza.
“Siamo convinti – afferma Marcello Comanducci presidente della Fondazione Arezzo Intour – che progetti come questo siano molto qualificanti per il nostro territorio. Quello dell’outdoor è uno sei settori in continuo sviluppo e guardare adesso al futuro del turismo significa puntare a far crescere esperienze di vacanze lente, sicure, realizzate in aree non affollate. Arezzo e il suo territorio sono perfetti per chi ama scoprire la bellezza in ogni sua forma senza trovarsi in situazioni di overturism. Ringraziamo pertanto l’Associazione degli Arditi del Ciclismo che con passione e tenacia hanno fatto crescere una delle ciclostoriche più importanti di Italia permettendoci oggi di poter realizzare questo progetto. Adesso non resta che aspettare la fine dell’emergenza sanitaria per poterlo provare di persona”.
“Con la prima fase di realizzazione del percorso stabile dell’Ardita – commenta Massimiliano Refi, presidente dell’Associazione sportiva Gli Arditi del Ciclismo- si concretizza un piccolo sogno per chi ama pedalare. Grazie a questo progetto si vanno a valorizzare strade minori e strade bianche, perfette per il ciclismo di tipo slow e adatte a svariate tipologie di biciclette. Quando anche la seconda fase sarà completata i viaggiatori avranno servizi dedicati e potranno muoversi autonomamente in centri urbani diffusi, immersi in un paesaggio sostanzialmente intatto. L’esperienza maturata nei primi 4 anni di realizzazione della ciclostorica l’Ardita, ci ha permesso di disporre di un bagaglio di conoscenze e competenze, utili alla realizzazione di un percorso cicloturistico capace di attrarre turismo in città e nei territori interessati dal percorso stesso. L’emergenza Covid-19 ha solo rallentato il nostro lavoro, ma siamo pronti per ripartire, ovviamente in bicicletta”.