L'export del vino italiano festeggia a fine anno il traguardo delle dieci splendide annate di crescita consecutive,con un valore di 6,36 miliardi di euro e una crescita del 2,9% sul 2018.Il dato sull'andamento del mercato del vino è stato anticipato dalle stime dell'Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor su base doganale nel corso di evento di formazione e networking targato Vinitaly in corso a Veronafiere. Complessivamente, il made in Italy viene dato in rassicurante recupero con i vini fermi (+3,3%), mentre gli sparkling protagonisti dell'exploit negli ultimi anni rallentano a +5,8%, per effetto anche della contrazione in Gran Bretagna. Il calo del prezzo penalizza infine gli sfusi (-10%).
La domanda di vino italiano vedrà il Giappone campione di crescita, con un aumento a valore di oltre il 17% a quasi 200 milioni di euro, seguito dalla Russia, in forte ripresa (+11,1%) e dal Canada con +6,2%. Ma, c'è un ma ed è piuttosto consistente. Per quanto riguarda il Giappone, che aumenterà; il suo import del 16%, l'Osservatorio segnala che ad approfittare di questa passione nipponica per il vino è, in primis, la Francia, leader di mercato, e poi l’Italia che consolida la seconda piazza ma a una certa distanza.
Secondo Denis Pantini, responsabile dell'Osservatorio Vinitaly-Nomisma, il vino francese conquista circa il 55% del mercato giapponese per un valore di quasi 950 milioni di euro. L'Italia segue da lontano, con circa 200 milioni di euro.