In questi giorni assistiamo, impotenti, alla devastazione di Venezia, così come ad alluvioni e inondazioni sempre più violente e frequenti. Sono le conseguenze del cambiamento climatico che sta portando all’innalzamento dei mari e allo scioglimento dei ghiacciai.
Gli scienziati dell’Ipcc, il comitato scientifico sul clima dell'Onu, avevano avvertito e l’emergenza acqua alta a Venezia ne è solo una ben triste conseguenza. Una situazione che coinvolge (e sconvolge) tutto, non dimentichiamolo, il Mediterraneo dove il livello del mare è destinato ad aumentare: al 2050 dovremo fare i conti con aumento che potrebbe arrivare fino a 20 cm e, addirittura, a 57 nel 2100.
Peggio nella laguna di Venezia, dove la stima sempre al 2100 è di un aumento del livello medio del mare tra i 60 e gli 82 cm (studio pubblicato sulla rivista scientifica 'Water'). Secondo le previsioni, dunque, la situazione può solo peggiorare. Il ministro dell'Ambiente ha annunciato che si provvederà alla valutazione degli “interventi necessari e urgenti".
Gli oceani, assieme alle calotte polari, sono di vitale importanza per regolare la temperatura del pianeta. Oltre ad assorbire il 20-30% del carbonio dall'atmosfera terrestre, gli oceani regolano le piogge (e quindi la disponibilità di acqua potabile e la produzione agricola) e il clima del nostro pianeta. Secondo il Wwf, però, resta la certezza che se non limiteremo il riscaldamento ben al di sotto dei 2°C, non sarà possibile nessun adattamento, e il rischio per alcune città costiere italiane diventerà altissimo.