Nel mondo globale di oggi occorre arrivare primi per ottenere risultati. La comunicazione scorre veloce e ciò ha rilevanza anche nell’agroalimentare. Basti pensare a quanto perde il made in Italy in virtù dell’Italian sounding, ciò che suona italiano sugli scaffali di tutto il mondo. Il problema della contraffazione esiste e se in Europa possiamo contare sulla tutela ex officio al di fuori del Vecchio Continente abbiamo pochi strumenti a disposizione. Va meglio col Canada, dopo l’entrata in vigore (seppur in maniera ancora provvisoria) del Ceta, ma già a sud dei grandi laghi le tutele calano, col tramonto del TTIP. Oggi, una buona notizia arriva dalla Cina, altro mercato fondamentale.
E’ stata raggiunta un'intesa tra Ue e Cina per tutelare alcune eccellenze, e potrebbe avere risvolti positivi in futuro per l'industria alimentare italiana nel mercato cinese. L'accordo bilaterale produce effetti su 100 Indicazioni Geografiche Protette europee in Cina (di cui 26 italiane) e altrettante Igp cinesi in Europa. La soddisfazione è, dunque, reciproca.
Il nucleo di prodotti individuati, che sarà ampliato nei prossimi 4 anni, potrebbe arrivare a un consolidamento dei nostri marchi limitando il rischio di italian sounding e di contraffazione.