L’Italia, dopo il lieve calo del primo trimestre, ha ripreso, rispetto alla variabile fiducia, la via della crescita, contenuta ma costante. Il dato indica anche una rinnovata propensione al consumo. A giugno 2019 le vendite nella GDO fanno segnare una crescita del fatturato del +1.7%. Ciò risulta ancora più rilevante in un contesto caratterizzato da un PIL a crescita zero.
La propensione al consumo degli italiani cresce di 2 punti percentuali (sono quindi il 25% quanti ritengono sia il momento giusto per fare acquisti, contro il 23% del primo trimestre 2019). Parallelamente, ma in maniera più marcata, scende la percentuale di quanti ritengono che il Paese sia in recessione (78% vs 84% -6pp) e crescono di ben 5pp coloro i positivi/ottimisti sullo stato delle proprie finanze (34% vs 29% del trimestre precedente). Stabile al 18% la quota del campione che si dichiara fiduciosa nella ripresa del mercato del lavoro.
L’atteggiamento degli italiani rispetto al tema risparmio, è una variabile che riveste un ruolo critico nella valutazione della fiducia dei consumatori: nel secondo trimestre 2019 quanti si dicono orientati a risparmiare salgono al 57%, in crescita di 3pp rispetto al periodo gennaio/marzo. Le modalità di risparmio preferite nell’ultimo periodo sono meno pasti fuori casa (56% dei rispondenti, +3pp) e marchi alimentari più economici (50%, +4pp).
Coperte le spese essenziali (bollette, rate del mutuo, affitti, etc.), gli italiani dichiarano di voler utilizzare il denaro restante come risparmio (44% vs 42% del trimestre precedente), per “vacanze/viaggi” (+2pp, 43%). In calo, invece, le voci intrattenimento fuori casa (29%), saldo di debiti/carte di credito/prestiti (11%), decorazioni ristrutturazioni domestiche (12%).
L’analisi di Nielsen prende anche in considerazione le principali preoccupazioni degli italiani. Per la prima volta, quella relativa all’economia del Paese (indicata dal 17% dei rispondenti, in crescita di ben 4pp vs. trimestre precedente) raggiunge il primo posto. Scende quindi in seconda posizione la preoccupazione relativa al posto di lavoro (dal 16% al 14%, -2pp). Seguono le preoccupazioni per la salute (+2pp dal 7% al 9%) e quella sull’immigrazione, che risulta in crescita di 1pp (dal 6% al 7%). Da notare, invece, il calo delle apprensioni rispetto alla stabilità politica (-1pp, dall’8% al 7%) e alla criminalità (-2pp, dal 6% al 4%), mentre rimane stabile al 3% la voce terrorismo.