La fiera Agricola del Santermo, terminata la scorsa domenica ad Imola, ha portato sotto la luce dei riflettori la coltivazione della canapa. Per lungo tempo orgoglio dell'agricoltura italiana, la canapa è scomparsa dai campi negli anni '40, per fare ritorno solo nei giorni nostri. Non è un caso che se ne parli oggi. In un'epoca in cui produrre con alta qualità diventa sempre più costoso e incerto, basti pensare alle condizioni meteo dello scorso maggio, che hanno mandato in malora oltre il 30% del raccolto di ciliegie e frutta in generale, in un'epoca che vede l'impresa agricola necessariamente attenta alla multifunzionalità delle coltivazioni ed alla sostenibilità ambientale ed economica, la canapa è un rimedio formidabile.
E' versatile, richiede bassissimi investimenti, si lega bene alla tecnologia già esistente; dalla fibra si possono ricavare pannelli fonoassorbenti molto usati in bioedilizia, funi e corde impiegate nella marineria, ed inoltre gli scarti della fibra vengono riutilizzati per fare le pacciamature. Il canapulo è un'ottima lettiera naturale perché mantiene sempre sanificati gli zoccoli dei cavalli, senza dimenticare gli impieghi in campo alimentare, dalla pasta all'olio. La canapa, dunque, è davvero un'ottima occasione per l'agricoltura italiana per uscire dal pantano e per affrontare la prossima, incerta, programmazione Pac dal 2021, che prevederà (sembra) riduzioni sul budget ed anche il venir meno del contributo britannico.
I produttori italiani hanno bisogno, subito, di una svolta e la filiera della canapa potrebbe esserlo. Lo ha capito benissimo l'Unione Coltivatori Italiani, che ha costituito l' Ancica, l'associazione nazionale coltivatori di canapa, embrione della prossima filiera della cannabis sativa (quella legale, s'intende). "La canapa tornerà ad essere vero orgoglio italiano da qui a breve, è un percorso obbligato. Noi ci siamo già strutturati ed offriamo consulenza ai produttori che si vogliono cimentare. La nostra storia, i nostri valori, ci proiettano nel futuro. L'agricoltura italiana ha una grande opportunità", le parole del presidente nazionale Mario Serpillo.
"Noi interagiamo con le amministrazioni locali e centrali, forniamo assistenza e supporto anche al legislatore perché abbiamo un'esperienza ventennale nel settore della canapa. E ringraziamo l'Uci, conclude Antonino Chiaramonte, presidente di Ancica, per aver creduto nella canapa e per aver investito, a beneficio di tutti i produttori italiani e di quanti lo diventeranno". Il messaggio è lanciato, l'Uci è pronta.