Il contrasto alla continua perdita di potenziale produttivo della bieticoltura italiana è una priorità delle politiche del comparto. Lo dimostra il trend in continuo calo delle superfici investite che nel nostro Paese si sono contratte di quasi il 60 per cento negli ultimi undici anni.
Prezzi, davvero troppo bassi
Il motivo è da ricercare nella accresciuta competitività del mercato che ha fatto crollare i prezzi dello zucchero comunitario intorno ai 300 euro/tonnellata, mentre solo un anno prima si era intorno ai 500 euro/tonnellata. Il tutto con particolare pregiudizio per i Paesi del Sud Europa come l’Italia, ma la flessione delle quotazioni ha pesato anche sui bilanci delle principali industrie di trasformazione a livello europeo.
Lo scorso anno è aumentata la concorrenza interna al mercato dell’Ue, conseguente al superamento delle quote zucchero e con una superproduzione da parte dei Paesi europei maggiori produttori.
Produzione comunitaria da record
Il Commissario Phil Hogan ha dichiarato che la produzione di zucchero ha raggiunto il livello record di 21,1 milioni di tonnellate nel primo anno successivo alla fine del regime delle quote. Anche se si prevede nella campagna 2018/2019 una flessione della produzione comunitaria di circa il 15% (si dovrebbero produrre poco più di 18 milioni di tonnellate di zucchero), Bruxelles ha deciso di affrontare la crisi del comparto istituendo un Gruppo di Alto Livello che si riunirà per la prima volta il prossimo 29 gennaio, in vista del quale già domani è stato convocato al ministero delle Politiche agricole il Tavolo zucchero.