La crescita delle attività outdoor (escursionismo a piedi e con le ciaspole, arrampicata, mountain bike, speleologia) in relazione ai limiti posti da un ambiente naturale fragile come quello ligure in generale e il Finalese in particolare. Crescita che porta con sé una serie di criticità legate alle difficoltà di una determinata area di "reggere" l'impatto di una frequentazione con numeri sempre più elevati.
Sarà questo il tema del convegno, organizzato dal Club alpino italiano, "Quali i limiti dell'outdoor?", in programma domenica 25 novembre a Finale Ligure (SV), presso l'Auditorium Santa Caterina (Finalborgo, inizio lavori ore 9.30).
Interverranno tutti i soggetti coinvolti, dalla Regione ai Comuni, dalle Guide alpine al Soccorso alpino, fino ad arrivare alle Aree protette, agli albergatori e agli operatori del turismo. E' stato invitato, tra gli altri, il Ministro delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo Gian Marco Centinaio (in attesa di conferma).
"Il Finalese è diventato un punto di riferimento, soprattutto per gli appassionati di arrampicata e mountain bike, il cui crescente numero induce a una riflessione", afferma il Presidente generale del CAI Vincenzo Torti, presente al convegno. "Come CAI vogliamo seguire e diffondere un modello di frequentazione responsabile, intelligente e rispettoso del territorio. Dobbiamo porci noi come frequentatori dei limiti in via preventiva, per non arrivare ai divieti, come la recente decisione del numero chiuso nella via francese al Monte Bianco".
Sulla stessa lunghezza d'onda il Presidente del CAI Liguria Gianni Carravieri: "stiamo parlando di un'area dove attualmente sono presenti oltre 4000 vie di arrampicata, numero in costante aumento, un'area che vede un brulicare continuo di persone. La domanda che ci poniamo è se il territorio reggerà un impatto così violento. E non è l'unico caso nella nostra regione, penso ad esempio alle Cinque Terre. Il CAI è sempre stato favorevole alla libertà in montagna, ma bisogna tenere conto che il territorio non tollera tutte le libertà quando c'è eccessiva frequentazione. Il turismo deve essere sostenibile, altrimenti l'ambiente naturale non reggerà a lungo e, di conseguenza, un giorno il turismo stesso, con l'indotto economico che porta con sé, sarà destinato a calare, se non a scomparire".
Il CAI rifletterà dunque sul concetto di valorizzazione uniforme e sostenibile del territorio, per cercare di mantenere gli equilibri. Come ricorda Carravieri, infatti, nella stessa Liguria "ci sono aree altrettanto belle ma frequentate pochissimo, magari per il solo motivo che ci vuole mezz'ora di macchina in più per raggiungerle".
L'organizzazione del convegno è curata dal CAI Liguria e dalla Sezione di Finale Ligure.