Come va il vino nostrano nell’Impero di mezzo? Meglio di un tempo. Nel primo semestre dell’anno in corso l’Italia del vino è il fornitore europeo che cresce maggiormente in Cina con un +14,75% in valore (dati Eurostat), nonostante i segni di rallentamento della domanda per effetto delle guerre commerciali in corso soprattutto con Trump.
I nostri concorrenti, Francia e Spagna, segnano rispettivamente un +0,24% e -5,56%. Lo afferma l’Istituto commercio estero (Ice) nell’ambito della campagna istituzionale di promozione del vino italiano e del piano concepito da Ice Agenzia, Federvini, Uiv e Federdoc finanziato nell’ambito del programma promozionale del Ministero per lo sviluppo economico (Mise).
L’azione di promozione mira a sostenere la consapevolezza, presso il consumatore cinese, che l’Italia è il primo Paese produttore al mondo di vino e quello con la più grande varietà. L’obiettivo è raggiungere almeno 230 milioni di millennials e wine lovers cinesi per fargli preferire il vino italiano.
L’iniziativa ha visto finora la formazione di oltre 500 esperti cinesi di vino italiano, diplomati in 14 città della Cina. Inoltre sono stati realizzati accordi con la catena cinese Cofco per la promozione in 150 punti vendita per un anno e per le relative piattaforme e-commerce. Sono stati inoltre finalizzati accordi di promozione con le principali catene di supermercati a Pechino, Shanghai, Canton, Chengdu.
La seconda edizione del Vinitaly China Roadshow prevede poi tappe in altre 4 città nel primo semestre 2019 dopo le tre di giugno 2018. Complessivamente la campagna ha raggiunto fino ad oggi quasi 78 milioni di punti di contatto nel Paese del Dragone.