Si è celebrata tre giorni or sono la prima udienza del processo a carico di una rete di 8 bracconieri rinviati a giudizio per aver costituito un’associazione a delinquere finalizzata al prelievo e alla illecita commercializzazione, in Italia e all’estero, di migliaia di esemplari di volatili protetti e particolarmente protetti sia vivi, utilizzati per finalità di richiamo, che morti, per alimentare i mercati illegali.
Emerge dalle attività investigative, eseguite dai carabinieri Forestali del Raggruppamento Cites e coordinate dalla procura di Reggio Calabria, il fatto che il sistema criminale operante nel territorio del Parco Nazionale dell’Aspromonte era solito catturare per ogni postazione un numero di circa 200-300 esemplari al giorno, per un valore sul mercato clandestino che si aggirava tra i 25 e i 100 euro ciascuno, a seconda della specie.
Nel corso della udienza, il GUP del Tribunale Penale di Reggio Calabria, accogliendo le richieste avanzate dal WWF, ne ha disposto l’ammissione nel processo in qualità di parte civile. La pratica del prelievo illegale mettere quotidianamente a rischio il già precario equilibrio ecologico di questa parte del territorio calabrese e la sua ricca e preziosa diversità di specie animale. La pronuncia della sentenza è prevista per il prossimo 30 novembre.