Belluno, porta delle Dolomiti. Ma non solo, anche terra che ormai produce ortaggi inaspettati fino a venti anni fa. Da lì arriva anche il vino d’alta quota, ci sono gli ulivi sui pendii delle Dolomiti e le primizie orticole. Come mai? E’ tutto merito (colpa?) dei cambiamenti climatici. Belluno si classifica la città italiana più colpita dal surriscaldamento, con un aumento di 2 gradi delle temperatura nel 21esimo secolo, secondo l’indagine realizzata dall’European Data Journalism Network (EDJNet).
Il frutto del cambiamento climatico è anche la nuova, cambiata, distribuzione delle coltivazioni e le loro caratteristiche con l’ulivo, tipicamente mediterraneo, che in Italia si è spostato a ridosso delle Alpi mentre in Sicilia ed in Calabria sono arrivate le piante di banane, avocado e di altri frutti esotici Made in Italy, mai viste prima lungo la Penisola.
E il vino italiano con il caldo è aumentato di un grado negli ultimi 30 anni ma si è verificato nel tempo un anticipo della vendemmia anche di un mese rispetto al tradizionale mese di settembre. Il riscaldamento provoca il cambiamento delle condizioni ambientali tradizionali per la stagionatura dei salumi, per l’affinamento dei formaggi o l’invecchiamento dei vini. Una situazione che rischia di depauperare il patrimonio di prodotti tipici Made in Italy, che devono le proprie caratteristiche essenzialmente o esclusivamente all’ambiente geografico comprensivo dei fattori umani e alla combinazione di fattori naturali e umani.