La Fao lancia l’allarme nel rapporto 2018 sulle foreste presentato a Roma il 6 luglio. «Le foreste – afferma José Graziano da Silva, direttore generale della Fao – sono risorse fondamentali, svolgono un ruolo cruciale nella sicurezza alimentare, nella tutela dell’acqua potabile, nelle energie rinnovabili e nelle economie rurali. Forniscono – calcola – almeno il 20% del reddito alle famiglie rurali nei paesi in via di sviluppo e il combustibile per cucinare e riscaldarsi per una persona su tre». Da Silva ricorda come foreste sane e produttive siano essenziali per un'agricoltura sostenibile. «Abbiamo la prova dell'importanza delle foreste e degli alberi per la qualità dell'acqua, per contribuire al fabbisogno energetico del futuro e per progettare città sostenibili e sane».
Gli obiettivi di sviluppo sostenibile
«Sono risorse – ribatte Eva Mueller, Direttrice del Dipartimento Foreste della Fao – che contribuiscono a raggiungere diversi obiettivi di sviluppo sostenibile nell'agenda 2030 e devono essere incorporati nelle strategie nazionali per raggiungerli».
Il rapporto Fao contiene infatti un forte richiamo a tutti i Governi e le Istituzioni nazionali ed internazionali ad attuare politiche di tutela delle foreste in modo da fermare i processi di degrado sempre più consistenti e che alterano l’intero sistema ambientale.
Il nostro Paese non si può considerare estraneo a questo allarme. Anche se la superficie forestale italiana è in crescita da almeno 25 anni a spese della superficie agricola, si tratta comunque di un’avanzata che non viene gestita, territori esposti al rischio di dissesto idrogeologico, a incendi e a speculazioni.
Per questo il Rapporto precisa che occorre non solo arrestare la deforestazione, ma anche gestire boschi e foreste in modo sostenibile, ripristinare le aree degradate e incrementare la copertura di alberi in tutto il mondo per evitare conseguenze potenzialmente dannose per il pianeta e la sua popolazione.
Cibo ed energia
I dati del rapporto confermano che foreste e alberi in buona salute fanno molto più che fornire legname. Una persona su cinque in tutto il mondo conta su prodotti forestali non legnosi per cibo, reddito e diversità nutrizionale. Ciò è particolarmente importante per circa 250 milioni di persone, per lo più in Africa e Asia e tra essi circa il 40% di coloro soffrono di povertà estrema nelle zone rurali.
A livello globale, le entrate generate da prodotti forestali non legnosi ammontano a 88 miliardi di dollari. Una ricerca in Uganda ha rilevato che il valore intrinseco dei prodotti forestali – inclusi carbone e materiali da costruzione – era da due a quattro volte superiore per la popolazione locale rispetto al denaro raccolto dalla loro vendita.
Le foreste aiutano anche le persone ad acquistare cibo aumentando le loro entrate. Si stima che il settore ogni anno produca oltre 45 milioni di posti di lavoro e 580 miliardi di dollari di reddito da lavoro.
Diritti di proprietà forestale
Il rapporto mette inoltre in evidenza l'importanza di quadri giuridici chiari sui diritti di proprietà forestale, plaude alla crescente tendenza di governance locale e chiede partenariati efficaci e l'impegno del settore privato per perseguire gli obiettivi sostenibili. Dato che la deforestazione è la seconda causa dei cambiamenti climatici dopo il consumo di combustibili fossili, osserva che «la responsabilità delle imprese per una deforestazione zero è fondamentale».
Riciclo e tutela, un quadro che migliora
Il rapporto infine espone anche le azioni in atto nei vari continenti per limitare il degrado forestale. Infatti oggi oltre il 56% della carta viene riciclato, rispetto a meno di un quarto nel 1970. Nel frattempo, l'utilizzo di materiali di scarto per produrre pannelli in legno ha consentito alla produzione di crescere negli ultimi due decenni quattro volte più velocemente rispetto al fabbisogno di legname appena tagliato.
Grandi città come Vienna, Tokyo, Johannesburg e Bogotá ottengono una quantità notevole di acqua potabile dalle foreste protette. 180 milioni di persone negli Stati Uniti d'America dipendono dalle foreste per il loro fabbisogno di acqua potabile secondo il servizio forestale di quel paese.
Mentre molti dei maggiori bacini idrografici del mondo hanno perso la copertura degli alberi, il rapporto rileva un aumento mondiale negli ultimi 25 anni delle aree forestali ora gestite per la conservazione del suolo e dell'acqua.