La produzione ovicaprina italiana, pur costituendo solo il 4% della produzione europea e malgrado la non eccelsa rilevanza a livello economico (nel 2017 ha rappresentato l'1,2% del totale agricoltura ai prezzi di base) continua ad essere considerata strategica per lo sviluppo delle aree svantaggiate e per il suo ruolo sociale ed ambientale. Il patrimonio si attesta ormai da anni attorno agli 8 milioni di capi di cui poco più di uno, costituito da caprini.
I problemi strutturali del comparto sono sempre gli stessi, i consumi in continua contrazione, la concorrenza estera e la scarsa redditività. Una miscela che ne compromette l’evoluzione espansiva. I dati di domanda, offerta e prezzi in ambito nazionale sono dunque stati evidenziati qualche giorno fa a Bruxelles – presso la DG Agri nell’ambito consueto incontro primaverile del gruppo di previsione per il settore carni ovicaprine a cui ha preso parte l'ISMEA. E’ stato reso noto il risultato di un'indagine svolta da Ismea sulla redditività dell'allevamento ovino in Sardegna, indagine da cui emerge come solo l'alto livello del sostegno pubblico stia consentendo alle aziende nazionali di restare in attività.