Ogni anno immettiamo nel mondo oltre 300 milioni di tonnellate[1] di plastica, quasi quanto il peso di 43 Piramidi di Cheope[2]. La metà di questa plastica è monouso, mentre un terzo sfugge agli attuali sistemi di raccolta, disperdendosi nell’ambiente[3]. Buona parte di quella plastica, compresi gli imballaggi, è imputabile al mondo dell’alimentare (sia bevande che food). E colpisce molto riflettere sul fatto che non tutto il cibo che viene prodotto finisce poi effettivamente sulla tavola, visto che ben 1/3 del cibo che viene prodotto finisce nella pattumiera … quanta plastica “inutile”, quindi, si potrebbe risparmiare se solo cambiassimo il nostro approccio al cibo? L’esempio dell’Italia è emblematico: nel 2017, il 76,5% delle tonnellate di imballaggi in plastica sono stati utilizzati dal settore alimentare[4] nei packaging dei prodotti. Eppure ogni anno, secondo i dati del Food Sustainability Index[5], in media nel mondo si sprecano 177 kg di cibo pro capite[6]. E parte di questi alimenti sono conservati in packaging di plastica, che vengono poi buttati via insieme al cibo.
Se vogliamo, quindi, limitare concretamente la dispersione di plastica nell’ambiente dovremmo rivedere il modo in cui produciamo il cibo e, purtroppo, lo sprechiamo. Questa, in sintesi, la posizione della Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition (BCFN), presentata in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente che ricorre il 5 giugno.
“La plastica e la sua dispersione nell’ambiente stanno mettendo il Pianeta sotto un'enorme pressione, esaurendo le risorse naturali della Terra, inquinandone l'aria e l'acqua e destabilizzando il clima. Una situazione che ci allontana sempre di più dal raggiungimento dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) promossi dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. La recente iniziativa Europea che prevede di tassare i prodotti usa e getta, rappresenta un grande passo avanti verso una sempre maggiore tutela dell’ambiente, ma serve ancora il contributo di tutti. Dobbiamo assolutamente ripensare il modo in cui produciamo e consumiamo il cibo, scegliendo quello che mettiamo ogni giorno nel piatto a partire dal momento in cui facciamo la spesa: compriamo solo quanto possiamo effettivamente consumare, conserviamo correttamente il cibo per non farlo deteriorare e prediligiamo ingredienti freschi o conservati in confezioni riciclabili o, meglio ancora, biodegradabili. Trovare possibili soluzioni per ridurre l’impatto sull’ambiente della produzione alimentare sarà anche uno dei temi che la Fondazione BCFN affronterà nel corso del Forum Internazionale su Alimentazione e Nutrizione che il 6 giugno, per la prima volta, si terrà a Bruxelles” – ha dichiarato Ludovica Principato, ricercatrice di BCFN e ricercatrice presso l’Università Roma Tre.
IL FOOD SUSTAINABILITY INDEX PER IDENTIFICARE LE BEST PRACTICES CONTRO LO SPRECO
Ogni giorno, nel mondo, vengono sprecati 1.3 miliardi di tonnellate di cibo commestibile, ovvero quattro volte la quantità necessaria a sfamare 815 milioni di persone malnutrite in tutto il mondo. Un vero e proprio paradosso alimentare che dobbiamo necessariamente superare. In questo scenario, il Food Sustainability Index ha identificato in Francia, Germania e Spagna i Paesi che più di tutti si stanno muovendo nella direzione giusta per ridurre di questo fenomeno. Di contro, Indonesia, Libano ed Emirati Arabi sono chiamati a compiere i passi più importanti per superare questo problema. In questo scenario, l’Italia dimostra di essere un Paese altrettanto virtuoso: confrontando l’Index alla voce “Cibo sprecato (% della produzione alimentare totale del Paese)” – riferito alla filiera alimentare e non al consumo domestico – si scopre che nel 2017 si è sprecato l’1,28% in meno rispetto al 2016. Un miglioramento dovuto anche alle nuove leggi contro lo spreco che hanno permesso di semplificare le procedure per le donazioni degli alimenti invenduti e di puntare al recupero di cibo da donare alle persone più povere.
UN FORUM A BRUXELLES PER PARLARE DI SVILUPPO RURALE, DI POLITICA AGRICOLA COMUNE E MIGRAZIONI
E proprio per parlare di come intervenire sulla produzione di cibo per impattare meno sull’ambiente, la Fondazione BCFN ha organizzato, il prossimo 6 giugno, il Forum Internazionale su Alimentazione e Nutrizione che si terrà per la prima volta a Bruxelles. L’appuntamento vede esperti, opinion maker internazionali e giovani ricercatori confrontarsi per condividere evidenze, dati scientifici e best practices, con l’obiettivo di costruire un modello di alimentazione sostenibile. In particolare, l’appuntamento di Bruxelles, realizzato in collaborazione con il Centro per gli Studi Politici Europei (CEPS) e il Sustainable Development Solutions Network delle Nazioni Unite (UN SDSN), verranno affrontati i temi della sostenibilità alimentare, dello sviluppo agricolo e rurale e delle migrazioni. Sono le tre grandi sfide che l’agenda politica globale dovrà necessariamente affrontare per introdurre un cambiamento significativo nella vita delle persone e ottenere benefici per il pianeta.
[2] Fonte: Elaborazione dati BCFN
[3] Fonte: http://worldenvironmentday.global/sites/default/files/toolkit_with_nature/wed_key_messages_english.pdf
[4] Fonte: Banca Dati Istituto Italiano Imballaggi, 2017
[5] Indice sviluppato da BCFN in collaborazione con l’Economist Intelligence Unit che analizza la sostenibilità del sistema alimentare di 34 Paesi rappresentanti l’87% del PIL globale e 2/3 della popolazione mondiale
[6] Fonte: Food Sustainability index media indicatore 2.1.1