La lotta contro l’italian sounding si fa sempre più aspra: «noi del Grana padano dop dobbiamo fare i conti con marchi di fantasia che cercano di affermarsi approfittando di lacune normative». Sono le parole di Stefano Berni, direttore del consorzio di tutela, durante l’assemblea dei produttori di Grana Padano. La denuncia è rivolta verso la produzione e la commercializzazione dei cosiddetti formaggi similari, o simil-grana, che cercano fortuna di mercato imitando le caratteristiche del Grana padano dop venendo però prodotti con tecniche al risparmio, non previste dal disciplinare.
«Per contrastare questo fenomeno – ha spiegato il direttore del consorzio – abbiamo approvato alcune modifiche statutarie che renderanno più difficile l’affermarsi di prodotti di imitazione». La principale di queste modifiche prevede la riduzione dal 30 al 20% del limite di similare commercializzabile, limite valido solo per i consiglieri; e il similare completamente italiano può essere al massimo il 5%. Altra novità emersa a Verona: “Da oggi tutto il Grana Padano dop è senza conservanti”.
Con queste parole è stata data la notizia del “parere favorevole” espresso dal Consiglio superiore della sanità su una richiesta avanzata dal consorzio. La richiesta di modificare la classificazione del lisozima da “additivo conservante” a “adiuvante/coadiuvante tecnologico” nella produzione di Grana padano dop per un periodo di stagionatura maggiore o uguale a 9 mesi. Insomma, ha commentato il presidente del consorzio Nicola Cesare Baldrighi, «stiamo arrivando alla possibilità di abbandonare il lisozima».
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