Cresce la produzione mondiale di grano duro (38,5 milioni di tonnellate, +3,2%), spinta in avanti dal forte recupero produttivo dei due grandi paesi produttori del Nord-America, Canada e Stati Uniti, che insieme al Messico esportano oltre i ¾ del frumento duro. In Canada l’aumento produttivo stimato è del 15%, cifra che raddoppia negli Stati Uniti, in cui si prevede un incremento pari ad un + 38% delle semine. Sono queste le prime stime elaborate della società di ricerca Areté e presentate oggi a Foggia in occasione della seconda edizione dei Durum Days, l’evento internazionale che vede riunita tutta la filiera del grano duro e della pasta.
L’Unione Europea e il Canada produrranno nel 2018/19 circa il 46% di tutta la produzione mondiale. In Europa è previsto un calo produttivo del -5,5%, ma nel complesso in tutta l’area del Mediterraneo si prefigura un buon andamento colturale, grazie all’apporto produttivo del nord Africa, in leggera crescita (+1,9%) rispetto allo scorso anno. Ancora fluttuanti, invece, le stime produttive per l’Italia a causa dell’andamento climatico anomalo registrato nelle principali aree cerealicole nazionali. Il Crea stima un leggero calo delle superfici se minate (1,28 milioni di ettari, dati Istat) e una produzione di 4,24 milioni di tonnellate, in linea con il 2017.