Nel mondo ben 124 milioni di persone soffrono la fame. Nel 2017 sono aumentati del 15 per cento rispetto all'anno precedente. E le previsioni per il futuro non promettono bene: nel 2018 i conflitti continueranno a causare crisi alimentari in paesi come l'Afghanistan, la Repubblica Centrafricana, la Repubblica Democratica del Congo, il Nord Est della Nigeria, la regione del Lago Chad, il Sud Sudan, la Siria, lo Yemen oltre alla Libia e il Sahel centrale (Mali e Niger). I numeri emergono dalla nuova edizione del Rapporto globale sulle crisi alimentari, presentato da Unione Europea, Fao e World Food Programme.
Il rapporto sottolinea come le crisi alimentari siano sempre più determinate da cause complesse e che spesso agiscono in contemporanea, quali conflitti, shock climatici estremi, prezzi alti degli alimenti di base. La situazione descritta dal rapporto mette in luce la necessità urgente di azioni che sappiano al tempo stesso salvare vite, salvare i mezzi di sostentamento e affrontare alla radice le cause delle crisi, hanno affermato i partner. Le situazioni di conflitto rimangono il fattore principale alla base della grave insicurezza alimentare in 18 paesi – 15 dei quali in Africa e Medio Oriente: 74 milioni di persone, oltre il 60 per cento del totale.
I disastri climatici – soprattutto la siccità – hanno provocato crisi alimentari in 23 paesi, due terzi dei quali in Africa, gettando nell'insicurezza alimentare grave 39 milioni di persone. Nel 2018 lo Yemen rimarrà probabilmente il paese con la crisi alimentare più grave al mondo. Si prevede un peggioramento della situazione, soprattutto a causa delle difficoltà di accesso, del collasso economico e dell'insorgenza di malattie.
Per uscirne, il rapporto dimostra come l'azione per lo sviluppo debba impegnarsi con maggiore anticipo per affrontare le cause alla radice della vulnerabilità estrema, costruendo quindi la resilienza. "La fame e l'insicurezza alimentare rappresentano una piaga per milioni di persone nel mondo. Di fronte a disastri causati dall'uomo e dalla natura, dovremmo dare corpo a una risposta globale piu' robusta e strategica alle crisi alimentari", secondo Christos Stylianides, Commissario europeo per gli aiuti umanitari e la gestione delle crisi. In un videomessaggio, il Segretario generale delle Nazioni Unite, Guterres, ha affermato: "Sta a noi ora agire per rispondere ai bisogni di chi affronta ogni giorno la maledizione della fame e per affrontarne le cause alla radice”.