I dati di oggi dimostrano che gli eventi meteorologici estremi sono più frequenti negli ultimi 36 anni, con un notevole aumento di alluvioni e altri eventi idrologici anche rispetto a 5 anni fa, secondo un nuovo studio dell’European Academies’ Science Advisory Council (EASAC), costituito da 27 accademie scientifiche nazionali dell’Unione Europea e della Svizzera. L’EASAC sollecita una maggiore attenzione all’adattamento al cambiamento climatico in tutta l’Unione Europea, soprattutto per quanto riguarda l’adattamento delle infrastrutture e dei sistemi sociali.
Globalmente, secondo i nuovi dati, il numero di alluvioni e altri eventi idrologici è quadruplicato dal 1980 e raddoppiato dal 2004. Gli eventi climatici, come temperature, siccità e incendi boschivi estremi, sono più che raddoppiati dal 1980. Gli eventi meteorologici, come le tempeste, sono raddoppiati dal 1980.
Questi eventi meteorologici estremi comportano, inoltre, grandi costi economici. Secondo i nuovi dati, le perdite economiche dovute alle tempeste nel Nord America sono raddoppiate, mentre, con una nota più positiva, le perdite dovute alle alluvioni in Europa mostrano una tendenza più o meno statica (nonostante la loro maggiore frequenza), che indica che le misure protettive adottate possono aver arginato le perdite causate da questi eventi.
Il Prof. Michael Norton, Direttore del Programma per l’Ambiente dell’EASAC, ha dichiarato che gli ultimi dati supportano le conclusioni secondo cui “c’è stato e continua ad esserci un notevole aumento nella frequenza degli eventi meteorologici estremi. L’adattamento e il contenimento devono restare i capisaldi della lotta al cambiamento climatico. Questo aggiornamento è tempestivo dal momento che la Commissione Europea dovrebbe rilasciare la valutazione della sua strategia climatica quest’anno”.
Uno dei punti principali su cui si concentra il dibattito rimane se la Corrente del Golfo diminuirà o si spegnerà con notevoli implicazioni sul clima dell’Europa nordoccidentale. Un recente monitoraggio suggerisce un indebolimento significativo, ma il dibattito continua sulla possibilità che la Corrente del Golfo sparisca come conseguenza dei maggiori flussi di acqua dolce provenienti dalle piogge delle latitudini settentrionali e dallo scioglimento della calotta della Groenlandia. Per questo, l’EASAC insiste sull’importanza di continuare a monitorare gli impatti del riscaldamento globale.