Il programma PRIMA è un’iniziativa approvata dal Parlamento europeo e dal Consiglio con decisione del 4 luglio 2017 e avviata da 19 Paesi del bacino del Mediterraneo, di cui 11 membri della UE, 3 Paesi Associati ad Horizon 2020 (Israele, Turchia e Tunisia); 5 Paesi Terzi del Mediterraneo (Algeria, Egitto, Libano, Marocco e Giordania). L’obiettivo è di sviluppare soluzioni innovative nell’area mediterranea nel settore dell’approvvigionamento idrico e dei sistemi alimentari, contribuendo a risolvere i problemi che attualmente si riscontrano nel settore dell’alimentazione e della salute. Occorre cooperare affinché si prevedano soluzioni in grado di apportare benefici economici ma anche sociali.
I problemi legati all’acqua sono noti per quanto riguarda l’area mediterranea. Diventa allora fondamentale capire la complessità delle condizioni climatiche e socio economiche per sviluppare soluzioni innovative che possano garantire la disponibilità delle risorse idriche a lungo termine, sia migliorando a livello di tecnologie sia grazie a studio socio economici che possano definire i limiti del consumo di acqua e di energia in alcune regioni, bilanciando così l’utilizzo dell’acqua e l’efficienza energetica.
In tale contesto, la sfida è quella di migliorare la produttività dell’acqua di irrigazione riducendo i rischi ambientali attraverso tecnologie da diffondere fra gli agricoltori. Altro fattore di rilievo è il cambiamento climatico. “Ha un impatto drammatico sul Mediterraneo”, si scrive nel PRIMA Annual Work Plan 2018 (documento in cui sono anche descritti i bandi). Di conseguenza, è cruciale trovare soluzioni per adattare l’agricoltura all’aumento delle temperature, alla siccità e alla soilsalinità.
Come sottolinea il documento, “La crescita dell’occupazione rurale è fondamentale per combattere la povertà”. Focus anche sulla sicurezza alimentare. L’efficienza è cruciale: “La ricerca dovrebbe concentrarsi sull’elaborazione e l’adozione di soluzioni innovative volte a migliorare il controllo della qualità nelle catene di approvvigionamento a livello locale e regionale al fine di garantire la qualità e la sicurezza degli alimenti in tutta la catena alimentare”.
Ricerca e innovazione, i termini chiave
I primi bandi per presentare progetti di ricerca e innovazione per quest’anno sono stati lanciati agli inizi del mese di febbraio. Università, enti e organismi di ricerca, imprese ed associazioni no profit possono presentare progetti di ricerca e innovazione sulle tematiche previste dai bandi e nei settori dell’efficienza nell’uso delle risorse idriche, dell’agricoltura sostenibile e del comparto agroalimentare. Il macro tentativo è riassumibile nell’attenzione a sviluppare sistemi ad alta produttività e a basso impatto ambientale, promuovendo l’integrazione delle conoscenze ecologiche, agronomiche e socioeconomiche per progettare e valutare sistemi produttivi efficienti.
Tutti i bandi sono strutturati su due fasi: nella prima si deve sottoporre una proposta preliminare che sarà valutata dalla Fondazione PRIMA. Le proposte ammesse alla seconda fase saranno invitate a sottoporre la Full Proposal per la valutazione finale e la selezione dei progetti vincitori. Per tutte le informazioni del caso sono disponibili al sito del MIUR e al sito di PRIMA. Per quanto riguarda l’Italia, i bandi sono finanziati per il 2018 con oltre 50 milioni di euro. Angelo Riccaboni, Presidente della Fondazione PRIMA incaricata dell’attuazione del Programma, evidenzia come sia la prima volta che un programma di ricerca e innovazione sia dedicato esclusivamente al Mediterraneo. “La durata decennale – sostiene Riccaboni -, l’ingente finanziamento e la pari dignità fra i Paesi del Nord e del Sud contribuiranno a creare una piattaforma di dialogo tra attori pubblici e privati, indispensabile per società euro-mediterranee sostenibili e inclusive”.