"La diversità all'interno della regione Mediterranea è una grande medicina per la crescita e l'integrazione". E’ lo slogan della Medaweek di Barcellona, iniziativa organizzata dall'Associazione delle Camere di Commercio del Mediterraneo (Ascame) che ha portato nella città catalana oltre mille tra imprenditori, rappresentanti delle Camere di Commercio, delle organizzazioni datoriali e autorità politiche di 36 Paesi.
Dai lavori è emerso un pacchetto di proposte per risolvere i problemi dell'area, basandosi sulla rivitalizzazione dei traffici, gli investimenti e gli aiuti allo sviluppo. Tra i temi inseriti nelle proposte il rilancio degli investimenti pubblici e privati, ma anche lo stimolo allo spirito imprenditoriale, in particolare dei giovani e delle donne, oltre all'implementazione di un piano regionale sugli aiuti allo sviluppo e la lotta alla corruzione. Nell'ambito della Medaweek 2017, Salaheddine Mezouar è stato premiato per l'organizzazione della 22ma conferenza sul cambiamento climatico che si è tenuto a Marrakech nel 2016 sotto l'egida dell'Onu.
Il clima e le sue conseguenze sullo sviluppo economico del Mediterraneo, sono stati al centro di molti degli interventi delle giornate di Barcellona, con particolare focus sull'acqua. "La domanda di acqua crescerà de 20% nel 2025 e sarà quindi imprescindibile l'uso di tecnologie adeguate per un migliore trattamento delle acque reflue", ha sottolineato Miguel Valls, presidente della Camera di Commercio di Barcellona. "Nel Mediterraneo vivono 490 milioni di persone in 22 Paesi – ha spiegato Anwar Zibaoui dell'Ascame – e la metà di queste nazioni vive una situazione di stress idrico che si aggraverà viste le previsioni di aumento della popolazione. Bisogna quindi cercare soluzioni usando la tecnologia e regolando meglio le acque residuali e il loro uso per l'agricoltura e l'industria".
Molta attenzione è stata riservata anche alle rinnovabili: "Nell'area si prevedono investimenti di 190 miliardi di dollari da qua al 2030 per le energie rinnovabili nel Mediterraneo – ha proseguito Zibaoui – che ha grandi risorse in rinnovabili su eolico, solare e idraulico. Bisogna sfruttare a fondo i deserti così come fanno Algeria, Marocco ed Egitto che possono coprire il loro fabbisogno e vendere energia".