La Green Economy come risposta alla crisi economica. Questo il messaggio lanciato da Fondazione Symbola e UnionCamere in occasione della presentazione del rapporto GreenItaly 2017, redatto e promosso in collaborazione con il CONAI, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e il contributo di Ecopneus.
Stando ai dati, il 13,1% (2 milioni 927 mila lavoratori) degli occupati attuali sarebbe dovuto ai “green jobs“, mentre nel solo anno in corso la Green Economy porterà 318.010 nuovi impieghi. Di questi oltre il 46% è con contratto a tempo indeterminato.
La Regione nella quale vi è più richiesta di green jobs è la Lombardia (81.620, il 25,7% rispetto al dato nazionale), seguita da Lazio (35.080, 11%), Emilia Romagna (32.960, 10,4%), Veneto (30.940), Piemonte (24.340. A livello provinciale in vetta Milano con 42.910 assunzioni, seguita da Roma con 29.480 e Torino con 15.070.
Inoltre il 27,1% delle imprese (335 mila) sarebbero riuscite a ripartire e a tornare competitive proprio grazie alla Green Economy. Picco tra le aziende nel settore manifatturiero (33,8%), dove la sostenibilità e le pratiche green si sono affermate come elemento strategico per il Made in Italy. Sale al 15,9% la quota di società che hanno investito o investiranno nell’economia “verde” nel 2017, per un +1,6% rispetto al 2011.
Anche in questo caso è la Lombardia la Regione a più alta presenza green, con 63.170 imprese che hanno investito nella Green Economy. Seguono Veneto (35.370) e Lazio (30.020). A livello provinciale Milano e Roma sono in vetta, rispettivamente con 22.300 e 20.700 aziende, seguite da Napoli, Torino e Bari (tutte sopra quota 10 mila).
Proprio dalle imprese arriverebbero riconoscimenti per l’Italia anche a livello europeo, dove il rapporto materia prima impiegata per euro di prodotto generato risulterebbe migliore della media UE (256 kg a fronte dei 454 relativi alle media UE) e varrebbe un secondo posto comunitario dietro al Regno Unito e prima di Francia, Spagna e Germania. Stesso piazzamento, sempre dietro alla Gran Bretagna, anche nel passaggio dalla materia prima all’energia.
Positivo l’andamento dell’Italia anche sul fronte rifiuti; con un volume generato di 41,7 tonnellate per ogni milione di euro di prodotto (-3 rispetto al 2008) è al vertice europeo. Ben oltre la Germania, che fa registrare 65,5 tonnellate. Secondo posto per le emissioni in atmosfera (101 tonnellate di CO2) dietro alla Francia (86,5) e davanti alla Germania (143,2).
Nel settore degli imballaggi sono oltre 50 milioni le tonnellate di rifiuti avviate a riciclo negli ultimi 20 anni da CONAI e dai Consorzi di Filiera contribuendo alla crescita di un settore che conta oggi 6.000 imprese e 155.000 addetti e che ha continuato il suo trend positivo anche in periodo di recessione.
Per andare in questa direzione occorre un’economia che incroci innovazione e qualità con valori e coesione sociale; ricerca e tecnologia con design e bellezza, industria 4.0 e antichi saperi. La green economy è la frontiera più avanzata per cogliere queste opportunità. È l’Italia che fa l’Italia, che non dimentica il passato ma che è insieme innovativa e promettente oltre i luoghi comuni, in grado di affrontare le sfide del futuro, un Paese di cui andare fieri e cui dare credito.
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