Il settore lattiero-caseario, secondo Ismea, conferma il proprio ruolo nel sistema agroalimentare nazionale, detenendo il primato per valore della produzione in allevamento e per fatturato industriale, con un'incidenza pari rispettivamente al 26% dell'intera zootecnia e al 12% del totale alimentare.
Nel 2016 a fronte di un arretramento del valore a monte della filiera, a causa di prezzi alla stalla in forte contrazione, la fase industriale è stata sostenuta da livelli record delle esportazioni.
Dai dati si rileva anche un aumento della produzione di latte in Italia di oltre il 3% rispetto al 2015, contribuendo al miglioramento del tasso di autoapprovvigionamento di una filiera strutturalmente deficitaria.
Nel 2016 sono stati recuperati 380 milioni di euro nel deficit commerciale settoriale, soprattutto grazie alla contrazione dell'import di latte in cisterna e alla buona performance dei formaggi su tutti i principali mercati di sbocco (2,4 miliardi di euro il valore dell'export 2016).
Permangono alcune criticità sul fronte della domanda interna, con la spesa delle famiglie in ulteriore calo nel 2016 (-2%), soprattutto per il latte. Alcuni segmenti – come biologico, delattosati e yogurt – mostrano segnali in controtendenza e la recente introduzione dell'etichettatura obbligatoria con l'indicazione dell'origine della materia prima per i caseari prodotti sul territorio nazionale potrebbe sortire effetti positivi anche su altri prodotti.