Le Regioni non hanno sufficienti strumenti normativi per affrontare l’emergenza cinghiali. Di fronte ai sempre maggiori danni provocati alle culture agricole, ai frequenti incidenti e al pericolo per la pubblica incolumità, gli assessori alle politiche agricole delle Regioni italiane hanno fatto appello al Governo perché adotti un piano “specifico e urgente” per affrontare, su scala nazionale, un problema ormai fuori controllo.
Lo ha comunicato l’assessore regionale all’agricoltura del Veneto, che tre giorni or sono a Bari ha partecipato alla riunione della Commissione politiche agricole delle Regioni e delle Province Autonome. La Commissione ha affrontato il delicato tema, non più rinviabile, dell’emergenza fauna selvatica, che non si limita più ai danni causati alle colture agricole, ma che ormai si è trasformata in una problematica di sicurezza pubblica.
Il proliferare del cinghiale rappresenta un pericolo concreto per l’incolumità pubblica e, in molti casi, ha avuto risvolti drammatici in altre aree della penisola. Le Regioni e le Province autonome hanno più volte sollecitato il Governo su questa tematica. E’ in gioco la pubblica incolumità, con il rischio di ulteriori perdite di vite umane.
“Non disponendo di strumenti normativi idonei per affrontare l’emergenza – conclude l’assessore veneto – le Regioni hanno chiesto al Governo l’adozione di uno strumento specifico ed urgente che, tenuto conto dell’eccezionalità della situazione, permetta di affrontare la questione con misure adeguate”.