De Gregori, Gazzè, Fabi, Mannoia, Silvestri e tanta campagna marchigiana con le sue produzioni tipiche, che stanno scontando danni indiretti importanti prodotti dal sisma dello scorso anno. Il festival RisorgiMarche di Neri Marcorè (13 concerti gratuiti, dal 25 giugno al 3 agosto) servirà anche a tenere alta l’attenzione su un’economia che nelle aree del cratere coinvolge circa 15mila aziende agricole perlopiù a gestione familiare (96,5%), con 247 agriturismi e una superficie rurale che equivale a quasi il 40% dell’intera zona agricola della regione. “Secondo i dati forniti dalle categorie che con noi collaborano alla realizzazione del festival – ha detto il responsabile del settore agroalimentare di RisorgiMarche, Alberto Mazzoni – il nostro settore ha subito qui un crollo fino al 90% delle vendite sul mercato locale provocato dalla crisi del turismo e dallo spopolamento dovuto all’esodo forzato. E stiamo parlando – ha proseguito – di un’area che, oltre a registrare prima del terremoto in media 1,4 milioni di presenze turistiche annue, presenta la maggiore densità di aziende agricole per kmq a fronte di una piccolissima dimensione media; quindi di imprese con poche autodifese, che subiscono in pieno la tempesta perfetta che si è venuta a creare”.
L’agroalimentare marchigiano, che collabora con RisorgiMarche attraverso l’Istituto marchigiano di tutela vini (Imt), il Consorzio vini piceni e l’Istituto marchigiano di enogastronomia (Ime) ha organizzato grazie al supporto di Agrinsieme, Coldiretti, Confartiginato, Confindustria, Cna e Confcommercio il ‘dietro le quinte’ del Festival, che toccherà 13 aree rurali vittime del terremoto. Per ogni concerto, lungo la strada che porta agli eco-spettacoli, saranno allestite ‘isole del gusto’ (fruibili dalle 12.30) con 20-50 aziende dell’enogastronomia e dell’artigianato che venderanno le proprie specialità, a partire da ciauscolo, olive ascolane, norcineria varia, vino cotto, olio, distillati e prodotti dell’artigianato locale.
Spazio per gli assaggi prima e dopo i concerti (iniziano alle ore 16.30), per l’acquisto di gadget ricordo (zainetto, magliette e vino), per la degustazione dei vini marchigiani che sono la vera locomotiva per l’export e la ripartenza del brand Marche. Secondo un’indagine di Nomisma svolta per Imt nel 2016, l’agroalimentare marchigiano è sempre più centrale nell’economia della regione. È infatti di 4 volte maggiore rispetto al totale manifatturiero (+107% contro 27%) la crescita dell’export negli ultimi 10 anni, mentre – in controtendenza – si è mantenuta stabile l’occupazione (70mila addetti) e il valore aggiunto sull’economia regionale è stato negli ultimi anni quasi doppio rispetto alla media nazionale (12% contro 7%). In termini assoluti, la numerosità delle imprese dell’agricoltura nell’area marchigiana del cratere è ampiamente prevalente, con il 26,9% sul totale delle imprese.
Photo credit to tg24.sky.it