Le città sono il cuore pulsante della nostra società. Ospitano più della metà della popolazione mondiale, danno lavoro, crescono, creano ricchezza. Anzi, probabilmente, crescono troppo e per questo motivo rischiamo di essere schiacciati e soffocati da loro stesse.
Le città hanno bisogno di “rigenerarsi” e “rinascere” grazie ad una nuova strada che vuole dialogare con più realtà diverse: urbanistica, digital, fonti rinnovabili, spazi verdi. Se fra queste ci fosse interazione le città potrebbero realmente rinascere.
Questa è la proposta centrale del Manifesto della Greeny Economy presentato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile. A sostenerlo, anche firme importanti di architetti, come Paolo Desiderio o Richard Meier; o membri della vita economica come Ance, Federcasa, Susanna Camusso o Annamaria Furlan.
I fondi per dare nuova linfa alle città e aiutarle a rinascere non mancano perchè le città, se ben “sfruttate” sono una fonte inesauribile di lavoro e business. Secondo le Nazioni Unite, se il progetto andasse in porto, si parlerebbe di investimenti superiori al trilione di dollari entro due anni, senza contare l’aumento dell’offerta di posti di lavoro grazie alla green economy.
Tra i poli urbani che stanno per ora solo camminando in questa direzione annoveriamo Copenhagen, Amburgo, Parigi e tante altre. Queste città stanno cercando così di mettere in atto i sette punti cardini del Manifesto della Green Economy: sostenibilità, interventi bioclimatici, tutela ecologica dei centri urbani, rivitalizzazione delle bellezze esistenti, riqualificazione e progettazione di nuove strutture e aree green.