La sicurezza alimentare è una delle problematiche che hanno caratterizzato questo ultimo decennio, il che ha comportato enormi sforzi per contenere i rischi per la salute umana e soprattutto un maggiore interesse per le frodi e per i controlli che vengono effettuati. Sensibile a questo argomento, “Fare Ambiente” ha presentato ieri il "Secondo rapporto sugli illeciti nel comparto agroalimentare"relativo all'anno 2010, caratterizzato da numerosi eventi negativi del comparto agroalimentare oltre che dalla scoperta della mozzarella blu, alla bresaola fosforescente e tanti altri casi che hanno occupato le cronache nei giornali. Il rapporto ricorda che con centoventi miliardi di fatturato annuo, 480.000 persone impegnate e 6.500 imprese, l’industria alimentare italiana si attesta saldamente come secondo comparto produttivo del manifatturiero nazionale.
L'agricoltura italiana vanta, inoltre in particolare, 211 prodotti a denominazione o indicazione di origine protetta riconosciuti dall'Unione europea, cui si aggiungono circa 5mila specialità locali censite dalle regioni. Il rapporto si suddivide in 5 parti:
• nella prima parte si è analizzato l’incidenza del comparto agroalimentare (import ed export) nell’economia nazionale e la parte giuridico normativa del sistema illeciti;
• nella seconda parte è stata fatta una disamina dell’attività posta in essere dagli organi di vigilanza durante il 2010;
• poi si è valutato invece il comportamento da parte dei consumatori rispetto al sistema degli illeciti alimentari ed agroalimentari;
• quindi si è analizzato il comportamento, delle imprese che operano nel comparto alimentare ed agroalimentare e l’approccio che esse hanno con i consumatori;
• all'interno della quinta parte sono stati inseriti i contributi redatti dalle forze dell’ordine e associazioni di categorie.
Il rapporto si conclude con alcuni consigli utili su come difendersi dalle frodi. Il lavoro riferisce poi dei controlli effettuati dai vari organismi che vanno dal Corpo forestale, ai Carabinieri Nas e a quelli del Nucleo politiche agricole, la Guardia di Finanza, l’Icqrf e le capitanerie di porto.Nell’insieme si tratta di oltre 55mila controlli effettuati nel 2010 con un consistente incremento rispetto a quelli dell’anno precedente. In particolare le attività di controllo svolte nel 2010 da parte del Nucleo carabinieri Politiche agricole sono aumentate passando infatti da 831 del 2009 si è giunti a 1375, e le violazioni accertate sono passate dalle 298 del 2009 a 364 del 2010. Il settore maggiormente soggetto a illecito è stato quello oleario consessantacinque violazioni accertate su 110, seguite da quello lattiero caseario con ventidue violazioni (anche se su 110 controlli), un dato emblematico riguarda il settore ortofrutta (8 illeciti su 16 controlli quindi il 50%), cerealicolo (15 illeciti su 29, anche in questo caso il 50%). L’attività svolta dal corpo Forestal e dello Stato nel 2010 mostra un forte incremento in quanto le operazioni di controllo espletate nel 2010 hanno fatto registrare un +14,31% rispetto al 2009; tale situazione si ripercuote in modo positivo sul numero di sanzioni poste in essere (+115,4% rispetto al 2009), con un aumento degli importo notificati superiore del 37,5%.
I dati sui sequestri espletati dai NAS nel primo semestre del 2010 evidenziano un aumento del 40% rispetto allo stesso periodo del 2009, che ammontano a oltre 10 milioni, con i sequestri hanno riguardato 7,2 milioni di pezzi. Un dato interessante inoltre è l’aumento del valore del cibo sequestrato che sale a 71 milioni di euro (+4%), e delle strutture irregolari sottoposte a sequestro (+23%) o chiuse per motivi di salute pubblica (+18%). Rispetto allo scorso anno sono state effettuate oltre 18mila ispezioni (+20%), mentre sono restate sostanzialmente stabili le infrazioni penali e le amministrative. In calo gli arresti (da 32 a 11), ma non le denunce (+10%) e le segnalazioni all'autorità giudiziaria (+ 26%). L’attività espletata dall’ispettorato della qualità e repressione frodi nel 2009 ha posto in essere nel servizio ispettivo circa 27.000 controlli, di cui circa 22.000 operatori controllati. Hanno espletato 352 sequestri, per 612 prodotti sequestrati, per un ammontare di 18.989.518 euro. Nel 2010 invece il valore dei prodotti sottoposti a sequestro è pari a 9.598.718€), con un decremento di circa il 50%, anche se il numero di prodotti sequestrati è aumentato ( nel 2010 sono state fatti 367 sequestri). Per quanto concerne gli illeciti accertati si suddividono in notizie di reato che sono pari a 268 e contestazioni amministrative (4537), invece per quanto riguarda le ordinanze come metà di quelle emesse siano poi state archiviate. Particolarmente interessante è la parte del rapporto di Fare Ambiente che analizza la percezione dei consumatori e delle imprese di rapportarsi con gli illeciti nel campo alimentare. La motivazione delle frodi è dovuto secondo il 71% del campione delle imprese analizzato a volontarietà mentre per 75% dei consumatori a dolo. Le aziende, per il 50% del campione, ritengono poi che i consumatori hanno scarso interesse alle frodi, mentre il 33% ritiene che i consumatori non sono sufficientemente preparati e addirittura il 17% delle imprese ritiene che il consumatore non è interessato alla cosa. Interessante è ancora l’opinione dei consumatori che, nel 24% degli intervistati ritiene che la qualità è sinonimo di adesione da parte del produttore ad un consorzio che detta le regole e garantisce la sicurezza, l’igienicità e la qualità di un prodotto, a differenza dei produttori che nel 34% degli intervistati fa corrispondere la qualità con gli ingredienti che compongono un prodotti.
L’ultima parte del rapporto contiene il parere di alcune categorie professionali tra le quali l’Uci sulla problematica frodi e sulla valutazione del fenomeno che secondo l’Uci si tramuta in una situazione di sleale concorrenza con i produttori onesti e di inganno nei confronti dei consumatori.