Cresce l’attesa per la prima edizione del Salone del Prodotto Tipico, salone dedicato ai vini ed ai sapori dei territori d’Italia, arricchito dalle proposte di ospitalità e i percorsi dell’agriturismo.
La manifestazione propone il perfetto connubio tra il mondo dell’accoglienza rurale e quello dei prodotti tipici, i due protagonisti del turismo enogastronomico, un fenomeno capace di sviluppare un business che sfiora i 40 miliardi di euro l’anno.
L’Italia può vantare un’indiscutibile leadership nel campo della produzione ma, soprattutto, è il Paese che più di ogni altro ha creato un forte processo di identificazione tra i territori e le loro eccellenze gastronomiche. La nostra manifestazione si basa appunto su questo imprescindibile legame tra le bellezze delle nostre terre e la bontà dei prodotti che esse esprimono. In sintesi possiamo dire che il cosiddetto turismo rurale e i prodotti tipici sono le sentinelle della tradizione gastronomica italiana”.
E i più recenti dati ISTAT confermano questo trend. Delle circa 22mila aziende agrituristiche presenti nel nostro Paese, oltre il 60% propone ristorazione o degustazione, per un totale di circa 500mila posti a sedere.
Sono mediamente 40 i coperti proposti dalle singole aziende, con la Sardegna a condurre questa speciale classifica, con oltre 70 posti, e la provincia di Bolzano a chiuderla, con 11,5. La Toscana è la regione più rappresentata, con circa 1300 aziende autorizzate alla somministrazione di alimenti ma il fenomeno è in costante crescita su tutto il territorio nazionale, con punte altissime soprattutto nel centro della penisola.
Il turismo enogastronomico ha smesso da tempo di essere un fenomeno di nicchia – conferma Raul Barbieri ed è diventato un asset fondamentale per la nostra economia. Tanto il fruitore italiano quanto quello internazionale è sempre più attento alla qualità di quanto trova sulla tavola e nei calici dei luoghi che sceglie per le proprie vacanze. La nostra manifestazione vuole dare agli ospiti l’occasione di ritrovare, in scala, una mappa ragionata del giacimento enogastronomico italiano, senza dimenticare la capacità di accoglienza che ormai caratterizza gran parte delle nostre regioni e province”.